Capodistria. Fisioterapisti: sì all’esame in italiano

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Capodistria. Fisioterapisti: sì all’esame in italiano

L’annosa questione riguardante i 300 studenti del corso di fisioterapia in lingua italiana a Capodistria, operante nell’ambito dell’Università privata “Alba Mater” sembra abbia finalmente imboccato la via della soluzione. La Commissione parlamentare per la Sanità della Camera di Stato, di cui fa parte anche il deputato della CNI, Felice Žiža, ha infatti accolto all’unanimità la modifica di legge che permette, con effetto retroattivo agli studenti che si sono iscritti entro l’anno accademico 2017/2018 di effettuare in italiano, affiancati dal traduttore, l’esame di Stato necessario per ottenere il diritto a esercitare la professione. Tutti e quattordici i parlamentari della Commissione hanno approvato la proposta che potremmo definire di sanatoria avanzata dal Consiglio di Stato. Visto che ad appoggiare la modifica sono stati i deputati di tutti i gruppi parlamentari presenti in sede di Commissione c’è da attendersi che la nuova normativa verrà licenziata senza problemi di sorta dalla Camera di Stato alla sessione plenaria prevista a fine mese. Il deputato della CNI, Felice Žiža è ottimista a questo proposito e anche molto soddisfatto per il fatto che un problema che si trascinava da tempo si stia finalmente avviando a soluzione. Del resto si tratta di una questione che interessa ben 300 studenti italiani, un numero tutt’altro che trascurabile.
L’impasse era nata nel 2017 a causa di una modifica di legge che aveva di fatto cassato la possibilità di fare l’esame di Stato in italiano con l’ausilio del traduttore e aveva introdotto l’obbligo della conoscenza dello sloveno al livello B2 per accedere all’esame professionale. Un ostacolo praticamente insormontabile per gli studenti italiani che avevano seguito il corso per l’ottenimento del diploma a Capodistria tutto in lingua italiana. Essi si erano ritrovati così in un limbo, non potendo ottenere la qualifica professionale in Slovenia necessaria per poter esercitare poi la professione anche in Italia. Sono stati costretti pertanto a portare il problema all’attenzione del mondo politico. La questione si è trascinata per un paio d’anni. Alla fine decisivo è stato l’intervento del Consiglio di Stato. Come rilevato, la sanatoria si riferisce soltanto a coloro che si sono iscritti entro l’anno accademico 2017/2018.
Questa modifica di legge comunque, nonostante abbia un limite temporale, è di buon auspicio per il futuro, in quanto lancia un segnale positivo nello spirito europeo. Infatti è stata l’Unione europea a consigliare gli Stati d’aprirsi, di rendere possibili gli studi nelle lingue straniere, di dare vita a scambi, e quindi anche di concedere in questo contesto la possibilità agli studenti stranieri di ottenere le qualifiche professionali. Per tale motivo il provvedimento attuale lascia presagire che anche la Slovenia voglia muoversi in questa direzione, con un particolare occhio di riguardo pure per l’italiano.

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