Avvolti dall’anticiclone africano, ma attenti alle «notti tropicali»

Il caldo continuerà a essere protagonista anche nel corso della prossima settimana

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Avvolti dall’anticiclone africano, ma attenti alle «notti tropicali»
Foto Goran Žiković

Tante conferme, nessuna smentita: il caldo sarà protagonista anche nel corso della prossima settimana, per cui questa caldissima fase africana, che sta interessando tutta la nostra area, sembra destinata a proseguire per buona parte di luglio. Le temperature, quindi, secondo le attuali indicazioni, sono destinate a restare roventi ancora per molti giorni a causa del possente anticiclone sub-sahariano che ci ha ormai completamente avvolti. La potente ondata di calore proseguirà inalterata, senza soluzione di continuità e al momento è difficile ipotizzare quando potrà avvenire un cambio di scenario, anche se i centri di calcolo internazionali mostrano alcuni timidi segnali per l’ultima decade di luglio.

Gli elementi climatici salienti rimarranno pertanto gli stessi: prevalenza di sole; temperature ben oltre le medie con massime diffusamente intorno ai 35 gradi e picchi intorno ai 40; caldo anche afoso nelle valli e conche interne, un po’ più mitigato invece lungo la costa grazie alla ventilazione di brezza; caldo anche notturno con alcuni centri urbani che vedranno minime anche sopra i 25 gradi, con tutti i disagi che ciò comporta.

Anche se le nostre regioni occupano, per così dire, la fascia marginale di questo anticiclone africano, gli effetti si fanno sentire eccome. Oltre alle temperature diurne, come già accennato, bisognerà prestare particolare attenzione ai valori termici notturni, orientati purtroppo verso un ulteriore aumento. Dovremo subire, specialmente nelle città, le cosiddette “notti tropicali”, caratterizzate da temperature minime mai inferiori ai 20°C. Questi disagi colpiranno maggiormente quelli che abitano nei centri urbani a causa di quella che viene chiamata “isola di calore”, che determina un microclima più caldo all’interno delle aree cittadine rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali. I centri urbani hanno in comune soprattutto la presenza di superfici scure che assorbono molta più radiazione solare rispetto al suolo e agli alberi, scaldandosi quindi di più, con differenze anche fino a 5 gradi.

L’asfalto delle strade e i rivestimenti degli edifici hanno una conducibilità termica e un calore specifico diversi da quelli delle aree rurali. Ricoprendo ormai gran parte delle superfici urbane, contribuiscono in maniera determinante a rallentare il passaggio dell’acqua dal terreno all’aria (evapotraspirazione), a far diminuire il processo di assorbimento del calore dall’ambiente e a creare una sensibile variazione della temperatura. In un ambiente urbano, poi, dobbiamo considerare le altezze degli edifici quale ostacolo alla circolazione dei venti, i vari condizionatori che espellono aria calda per diverse ore in un giorno, il traffico veicolare, tutte situazioni che influiscono sulla produzione locale di strati di ozono che amplificano l’effetto serra su una città, rallentando ulteriormente la dispersione di calore verso l’atmosfera. Insomma, buona estate africana a tutti…

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