Auto: i croati preferiscono le tedesche. Istria al terzo posto

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Auto: i croati preferiscono le tedesche. Istria al terzo posto

Nel 2019 il mercato automobilistico è cresciuto del 4,8 per cento rispetto al 2018. In Croazia, infatti, nell’anno appena concluso sono state immatricolate 62.938 nuove vetture, mentre nel solo mese di dicembre le Concessionarie sono riuscite a piazzare 4.022 auto, per una crescita di ben 66,7 per cento se il dato viene confrontato con lo stesso mese dell’anno prima. Lo rende noto l’agenzia Promocija plus.
L’anno scorso il marchio preferito dai croati, come ormai da decenni, è la Volkswagen. La Casa tedesca ha venduto 8.481 automobili, conquistando il 13,5 per cento della fetta di mercato. Alle sue spalle troviamo la “sorella più piccola”, ossia la Škoda, che fa parte del gruppo di Wolfsburg: le Concessionarie croate della Casa ceca hanno piazzato 5.873 vetture (9,3% del mercato), mentre sul gradino più basso del podio troviamo la Renault. Le auto delle Casa francese sono state acquistate da 5.807 automobilisti (9,2% del mercato).
Buona la prestazione anche di un’altra Casa tedesca, la Opel, che nel 2019 ha venduto 5.291 vetture (8,4% del mercato), mentre al quinto posto si è piazzata la Dacia (gruppo Renault), le cui macchine sono finite nelle mani di 3.685 conducenti croati (quota del 5,8 per cento del mercato). Al sesto posto si è classificata la giapponese Suzuki (3.670 auto vendute), seguita da Peugeot (3.584) e Hyundai (3.171), mentre al nono posto troviamo l’italiana Fiat (2.678). Chiude la top ten la nipponica Toyota (2.605 auto immatricolate).
Cinque Maserati e una Ferrari
La statistica resa nota dalla Promocija plus indica che nel 2019 sono stati vendute anche 1.656 Audi, 1.459 BMW e 1.252 Mercedes, nonché 201 Land Rover, 115 Porschea, 48 Jaguara e 47 Infiniti. Va segnalato anche che hanno trovato i propri acquirenti 5 Maserati, 3 Bentley e una Ferrari, senza dimenticare che l’anno scorso sono state immatricolate 30 Lexus e 29 Tesla.
Ma l’auto più venduta nel 2019 in Croazia è risultata la Škoda Octavia: questo modello, infatti, è stato scelto da 3.320 automobilisti. Medaglia d’argento per la Renault Clio (2.347 unità vendute), mentre quella di bronzo va alla Volkswagen Golf (2.304). Buone le vendite anche per la Suzuki Vitara, al quarto posto, con 1.762 unità che hanno trovato il proprio proprietario, mentre al quinto c’è la Dacia Duster (1.586). Seguono Renault Captur, Opel Astra, Fiat 500, Dacia Sandero e Opel Corsa.
I benzina preferiti ai diesel
In base al report dell’agencija Promocija plus, gli automobilisti croati sembrano voler stare al passo con i tempi ed evitare di acquistare le vetture diesel. Lo dimostra il fatto che il 61,1 per cento (38.467 unità) delle automobili immatricolate nel 2019 sono alimentate a benzina, mentre il 35,1% (22.116) sono a motore diesel. Però, i diesel fanno la voce grossa quando si tratta di automobili più costose, come le Mercedes: l’85,7 per cento delle vetture con il marchio tedesco sono alimentate da questo carburante più inquinante. Quasi identica percentuale per le BMW (80,9%), mentre una Audi su due va grazie al diesel (58,6%).
Elettriche snobbate per un motivo semplice
Restando in tema di inquinamento, va segnalato che nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, sono state vendute 193 auto elettriche, con una quota di soli 0,3 punti percentuali. Questo dato non viene troppo edulcorato nemmeno dalle 1.641 vetture ibride, la cui quota di mercato non va oltre il 2,6 per cento. Nemmeno il Gpl ha attecchito troppo sulle strade croate, poiché le auto alimentate a gas sono state acquistate soltanto da 521 conducenti (0,8% del mercato). Uno dei motivi di un così scarso interesse nei confronti delle cosiddette auto del futuro è rappresentato dal loro prezzo, tuttora esorbitante soprattutto per le tasche dei croati. E nemmeno i rari incentivi in tal senso del governo riescono a far breccia nel cuore degli automobilisti.
Istria al terzo posto
Il rapporto dell’agenzia Promocija plus si occupa anche delle vendite in base alle Regioni, dove il primo posto è detenuto dalla Città di Zagabria: qui è stato venduto il 38,5 per cento di tutte le vetture che nel 2019 sono scese per la prima volta sulle strade croate (24.237 unità). Segue la Regione di Spalato e della Dalmazia (4.631 vetture immatricolate), mentre al terzo posto troviamo l’Istria, dove sono state acquistate 4.577 automobili. All’ultimo posto troviamo la Regione di Lika e della Segna con soli 249 modelli immatricolati.
La verità
Ma dietro i numeri del report dell’agenzia Promocija plus si cela un dato che la dice lunga sull’effettivo stato del mercato automobilistico croato. Delle 62.938 automobili vendute nel 2019, soltanto il 23 per cento (14.475 unità) sono state acquistate da cittadini privati, mentre la gran parte delle nuove vetture (48.463 ) è andato ad arricchire il parco macchine degli uffici governativi, dei vari Ministeri, delle agenzie per il noleggio auto, delle aziende…
“L’attuale sistema fiscale in Croazia favorisce l’importazione dall’estero di auto di seconda mano”, spiega Agan Begić, direttore dell’agenzia Promocija plus. “Nel nostro Paese le sovrimposte sono a livelli stratosferici, tra le più alte nell’Unione europea – ha proseguito Begić –, e ciò naturalmente scoraggia gli acquirenti“
Dall’altro canto, nel 2018 (ultimi dati disponibili) in Croazia sono state importate 80mila auto di seconda mano, la cui età media è di 7,8 anni e per di più alimentate a diesel (l’87% di tutte le vetture importate), carburante che sta sempre più scomparendo dalle strade europee. Un altro dato che deve far riflettere è l’età media del parco macchine in Croazia, che ammonta a 14,6 anni. In questo senso, nel 2019 su ben 628.267 vetture è stato riscontrato un malfunzionamento o un guasto durante gli ordinari controlli annuali. Il guasto o malfunzionamento più frequente è risultato quello all’impianto frenante e all’impianto di illuminazione. Perciò, secondo gli esperti del settore una delle soluzioni va ricercata nell’incentivazione dell’acquisto di auto nuove, incentivi che dovrebbero essere assicurati dallo Stato, che però negli ultimi anni ha snobbato questo problema.

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