Arresto e carcere preventivo per l’ex vicepremier Josip Dabro

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Arresto e carcere preventivo per l’ex vicepremier Josip Dabro
Josip Dabro viene accompagnato in Tribunale. Foto: Davor Javorovic/PIXSELL

Il giudice istruttore del Tribunale regionale di Osijek ha disposto il carcere preventivo per Josip Dabro, deputato del Movimento Patriottico (Domovinski pokret-Dp) ed ex ministro dell’Agricoltura croato, a causa del rischio che potesse influenzare i testimoni. Dabro è stato arrestato mercoledì 26 febbraio a Vinkovci dalla polizia, subito dopo la seduta parlamentare in cui gli è stata revocata l’immunità, ed è ora accusato dal pubblico ministero di aver violato i diritti di un minore e di detenzione illegale di armi.

Secondo l’Ufficio del Pubblico Ministero di Osijek, tra il 2020 e il 2024 Dabro avrebbe permesso al figlio minorenne di sparare con una pistola e un fucile automatico, di lanciare un ordigno esplosivo simile a una granata e di smontare e pulire armi, mettendo così a rischio la sicurezza del bambino. Inoltre, l’ex ministro è sospettato di possedere illegalmente un fucile automatico di origine militare – con cui avrebbe sparato più colpi su un terreno agricolo – e un ordigno esplosivo simile a una granata, anch’esso non autorizzato.

Mercoledì, dopo la revoca dell’immunità parlamentare votata all’unanimità con 107 voti a favore, la polizia ha arrestato Dabro a Vinkovci. Poi è stato portato all’Ufficio del Pubblico Ministero di Osijek per un interrogatorio, dopodiché è stato trasferito in custodia cautelare. Questa mattina, giovedì 27 febbraio, è comparso davanti al giudice istruttore del Tribunale di Osijek. Ai giornalisti presenti ha dichiarato di aver dormito “come un bambino” dietro le sbarre. La difesa, secondo quanto riportato ai media croati, presenterà ricorso contro la decisione del carcere preventivo.

Il Parlamento croato ha anche approvato, con 99 voti a favore e 7 contrari, la richiesta dalla Procura di Stato (DORH) di autorizzare il carcere preventivo per Dabro, motivata dal pericolo che potesse influenzare i testimoni o distruggere prove. Prima del voto, la Commissione per i mandati e l’immunità aveva dato il via libera alla revoca dell’immunità.

La vicenda ha avuto origine circa un mese fa, quando Dabro si è dimesso da ministro dell’Agricoltura dopo la pubblicazione di un video in cui si vede sparare da un’auto con una pistola. Successivamente, sono emerse altre registrazioni in cui l’ex ministro utilizzava un kalashnikov in un campo e, secondo i media, avrebbe permesso al figlio minore di sparare con una mitragliatrice e persino di lanciare una granata. La polizia sarebbe in possesso di tre video che documentano queste attività, inclusa una ripresa in cui è presente un minore.

Il caso ha scatenato un acceso dibattito politico. Il presidente del DP, Ivan Penava, ha definito la vicenda una “grossolana manovra politica” e un “circo”, annunciando che il suo partito avrebbe votato contro la revoca dell’immunità – posizione che però non ha impedito il risultato unanime in Parlamento. Penava ha anche insinuato che i video fossero stati tenuti nascosti per un anno e mezzo per essere usati con intenti politici.

La situazione complica ulteriormente la dinamica politica in seno alla coalizione di governo guidata dal premier Andrej Plenković. Senza il voto di Dabro, la maggioranza in Parlamento si riduce a 75 deputati, uno in meno dei 76 necessari per mantenere la stabilità. Lasciando il Parlamento dopo la revoca dell’immunità, Dabro aveva dichiarato ai giornalisti di avere “la valigia pronta” e di voler riflettere, una volta uscito dal carcere, sul suo sostegno alla coalizione. Plenković, da parte sua, ha minimizzato la questione, affermando martedì che Dabro non dovrebbe rimanere a lungo in carcere preventivo e suggerendo una possibile sospensione delle votazioni parlamentari per alcune settimane per gestire la crisi.

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