Appartamenti vuoti: situazione insostenibile

Analisi approfondita con Nedjeljko Pinezić, consigliere dell’Assemblea della Regione litoraneo-montana, che spiega le mille sfaccettature di una situazione che rischia di sfuggire di mano

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Appartamenti vuoti: situazione insostenibile
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

È sempre stimolante ascoltare le prospettive degli altri. Ogni persona può offrire un punto di vista unico, una nuova luce su questioni che talvolta sembrano lontane dai nostri interessi immediati. Il caffè con Nedjeljko Pinezić, consigliere regionale dell’Unione del Quarnero, è stato un momento che mi ha profondamente fatto riflettere su problematiche spesso trascurate.

Durante la nostra conversazione, ho potuto confermare una mia antica convinzione legata al concetto di causa ed effetto, che vedo influenzare tutte le dinamiche della vita e, quindi, anche le singole leggi politicamente mal formulate o non attentamente analizzate che impattano direttamente la vita quotidiana dei cittadini.

Qui, le decisioni prese in modo errato hanno creato un ambiente in cui alcune persone sono spinte all’emigrazione, frustrate da un sistema che sembra ignorare le loro necessità e i loro principi. Allo stesso tempo, altri individui possono scegliere di non adempiere agli obblighi fiscali, giustificandosi con la percepita disuguaglianza tra residenti e non, tra chi paga le tasse e chi evita di contribuire alla comunità.

Nedjeljko Pinezić durante una pausa dell’Assemblea regionale.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Alla ricerca dei dati
Il fulcro della nostra intervista ha trattato due temi: gli appartamenti vuoti e l’errata applicazione di alcune imposte, tra cui quelle turistiche. Argomenti che inizialmente potrebbero sembrare indipendenti, ma che si è scoperto essere interconnessi. Alla radice di tutto sembra esserci, come in ogni problema, una forma di inerzia. In questo caso, una mancanza di volontà da parte di chi governa di agire al meglio delle sue possibilità.

Partiamo con ordine: durante la seduta dell’Assemblea della Regione litoraneo-montana del 23 maggio scorso, il consigliere Pinezić aveva sollevato nuovamente, nel corso del question time, un tema di grande rilevanza: gli appartamenti vuoti. I dati impressionanti presentati da Pinezić non sono passati inosservati e hanno evidenziato una problematica spesso trascurata, ma di enorme impatto sulla comunità.

Durante il question time, il presidente della Regione è obbligato a rispondere direttamente alle interrogazioni dei consiglieri, oppure delegare la questione a uno dei suoi “ministri”, e così Pinezić ha portato all’attenzione il problema degli appartamenti vuoti, ottenendo le prime risposte sotto forma di dati statistici.

Inevitabili disuguaglianze fiscali
“Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, in Croazia sono registrati circa 600.000 appartamenti vuoti. Questi dati non includono le unità abitative irregolari che non rispettano le normative turistiche e fiscali. Considerando che ogni appartamento potrebbe ospitare in media quattro persone, potenzialmente ci sarebbe spazio per oltre 2,4 milioni di individui, una cifra impressionante che solleva l’urgenza di riflessioni approfondite sulle politiche abitative e turistiche.

Il problema degli appartamenti vuoti non riguarda soltanto la disponibilità di alloggi, ma ha anche implicazioni significative sul traffico turistico e sulle entrate fiscali dello Stato. A Fiume, ad esempio, su 14.238 appartamenti vuoti, solo 1.631 sono regolarmente registrati per fini turistici, mentre oltre 12.600 non sono conformi alle normative. Questa situazione non solo genera disuguaglianze fiscali ma contribuisce anche a congestionare le aree urbane e le infrastrutture”.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Com’è partito il tutto?
“Una giornalista mi aveva contattato per un’intervista dopo aver letto il mio blog e le mie pubblicazioni su Facebook. La questione del turismo è sempre attuale, con l’aumento dei visitatori e la pressione che ne deriva. Da lì ho iniziato a condurre ricerche approfondite. L’Ufficio nazionale di statistica ha rivelato dati su 600.000 appartamenti vuoti. Da allora ho seguito le dichiarazioni del professor Gojko Bežovan e ho posto domande all’assemblea della Regione litoraneo-montana, ottenendo risposte. Queste sono questioni cruciali. Nel mio villaggio (Pinezići), c’è un surplus di capacità ricettive, ma l’infrastruttura è in crisi. C’è da chiedersi: dove sono finiti i soldi? Nonostante la disponibilità di risorse, queste non vengono recuperate. I soldi che si guadagnano con il turismo non finiscono nella cassa comune”.

“Gli appartamenti vuoti rappresentano un problema complesso con ripercussioni significative sia a livello socio-demografico che turistico e fiscale per la Croazia. Questi appartamenti, gestiti principalmente come investimenti a lungo termine anziché destinati alla locazione o alla vendita, creano uno squilibrio nell’offerta abitativa e influenzano negativamente il tessuto sociale ed economico delle città. A livello socio-demografico, la presenza di appartamenti vuoti genera una statistica distorta sulla disponibilità di alloggi, senza garantire una corretta percezione di quante persone effettivamente risiedano in queste unità. Questi immobili vengono spesso acquistati da stranieri che mantengono la loro residenza principale all’estero, beneficiando delle norme UE che permettono loro di possedere proprietà senza dover registrare una residenza permanente in Croazia. Questo fenomeno ha contribuito ad aumentare la domanda sul mercato immobiliare, facendo lievitare sensibilmente i prezzi. I nuovi acquirenti, non avendo l’obbligo di trasferirvi la residenza, evitano la tassazione locale e altri costi che i residenti locali devono sostenere, creando un’iniquità fiscale e aumentando gli oneri per chi paga le tasse regolarmente”.

Molti ospiti in Croazia non figurano nelle statistische turistiche.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Situazione paradossale
Dove sta il problema secondo lei?
“L’amministrazione locale sembra non essere intervenuta efficacemente per affrontare questa anomalia, lasciando persistere disparità e ingiustizie fiscali che influenzano negativamente il tenore di vita dei residenti. I residenti, poi giustamente, decidono di andarsene all’estero. Questo scenario causa una carenza di manodopera in Croazia, che viene parzialmente colmata importando lavoratori dai Paesi dell’Europa orientale e dall’Asia, dove i salari sono inferiori. Questi immigrati spesso ricevono compensi più bassi rispetto ai lavoratori locali, contribuendo a mantenere basso il tenore di vita complessivo per i cittadini croati”.

E per quanto riguarda il turismo?
“Per quanto riguarda il turismo, molti degli appartamenti vuoti sono convertiti in strutture turistiche, ma molti altri non sono regolarmente registrati e non pagano le relative imposte. Le norme dell’UE, che consentono la libera circolazione delle persone nei primi 90 giorni senza registrazione permanente, facilitano l’affitto non regolamentato di questi appartamenti a turisti, senza pagare le imposte turistiche. Questo crea un divario significativo nel trattamento fiscale tra residenti locali e visitatori temporanei, con un impatto negativo sulle entrate delle comunità locali”.

“In sintesi, la Croazia, un paese che dipende significativamente dal turismo, si trova a fronteggiare una situazione paradossale: da un lato critica gli operatori turistici per il sovraccarico delle infrastrutture e il mancato pagamento delle imposte, dall’altro, però, permette agli stranieri di possedere immobili senza dover pagare tasse significative o risiedervi permanentemente. Questa situazione esige un intervento urgente per riformare le politiche abitative e turistiche, garantendo una distribuzione più equa dei benefici economici derivanti dal turismo e una giusta condivisione degli oneri fiscali tra tutti i partecipanti alla comunità locale”.

Chi affitta in regola e chi in nero…
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Squilibri socioeconomici
Il discorso ha evidenziato una contraddizione nel modo in cui la società e le autorità affrontano il turismo. Se da un lato il turismo rappresenta un pilastro economico cruciale, dall’altro ha generato cambiamenti rapidi nel mercato immobiliare e commerciale, con un aumento esorbitante, in alcune regioni, dei prezzi degli immobili. Questo fenomeno, se non gestito adeguatamente, potrebbe portare a squilibri socioeconomici e territoriali.

Pinezić afferma che molte persone lo contattano tramite e-mail e ciò richiede di sedersi e cercare soluzioni. “A volte è necessario verificare cosa sia supportato dalla legge e cosa sia morale e stimolante allo stesso tempo. Lo Stato ha trasferito il potere decisionale alle unità di autogoverno locale, che possono aumentare o diminuire alcune tasse. È una mossa astuta dello Stato, che non vuole ridurre le sue entrate, ma ha delegato alle amministrazioni locali la responsabilità di trovare modi per aumentare i guadagni, lasciandoli poi a confrontarsi con i propri elettori. In questo modo, il governo centrale non viene messo in discussione, mentre le amministrazioni locali sì”.

Il turismo dovrebbe riuscire a incassare di più.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Quali idee si sentirebbe di proporre?
“Molti stranieri, ma anche croati che risiedono all’estero, possiedono immobili vuoti in Croazia e pagano le tasse all’estero. Il problema principale riguarda il trattamento differenziato tra la popolazione residente e quella non residente. Le persone residenti dovrebbero beneficiare di agevolazioni significative, come parcheggi a tariffe modiche nel proprio quartiere e tariffe ridotte per i traghetti, simili a quelle degli abitanti di Cherso e Lussino. Inoltre, i contributi comunali devono essere differenziati: non è giusto che chi ha comprato una casa solo come investimento paghi gli stessi contributi di chi vi risiede con la propria famiglia. Attraverso una serie di tasse locali, i residenti dovrebbero beneficiare di agevolazioni tangibili che permettano loro di vivere in modo dignitoso senza essere oppressi dalle tasse. Un’altra componente interessante è quella di attrarre, ad esempio, i nomadi digitali da Zagabria o altre città verso isole o località marine, stimolandoli a stabilire lì la loro residenza principale, trasferendovi la maggior parte delle tasse, ma ottenendo anche agevolazioni fiscali stimolanti e vantaggiose”.

Sanzioni e incentivi
La soluzione che propongo parte dal Catasto degli immobili, che è fondamentale per affrontare questo problema. Attualmente, soltanto enti come HEP (azienda elettroenergetica) e le aziende che gestiscono acquedotto e rete fognaria mantengono registri accurati degli immobili. Purtroppo, i comuni e le comunità turistiche non tengono aggiornati tali registri, causando una significativa perdita di entrate, soprattutto in termini di tasse sulle seconde case. È cruciale monitorare l’effettivo utilizzo degli appartamenti basandosi sui consumi di elettricità e acqua. Le decisioni dovrebbero essere prese a livello del consiglio comunale, poiché lo Stato ha delegato questa responsabilità alle autorità locali”.

“Introdurre più ispettori fiscali potrebbe essere la chiave per garantire che gli obblighi fiscali non siano evitati. È essenziale ottenere chiarezza sui dati reali riguardanti la conformità fiscale, il numero di appartamenti vuoti e quanti di questi sono affittati in maniera regolare o irregolare. Solo comprendendo appieno la situazione si potrà elaborare un’analisi efficace per determinare le azioni necessarie: chi deve essere sanzionato e chi deve essere incentivato a migliorare la regolamentazione”.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

E per migliorare il quadro demografico?
“Per quanto riguarda la demografia, è cruciale migliorare la struttura demografica del Paese con misure concrete in questa direzione. Lo stato deve considerare il trend di aumento degli appartamenti vuoti, che influisce pesantemente sui servizi comunali e deve essere regolato per garantire che chiunque non risieda in Croazia affronti le spese comunali o si registri qui per adempiere ai relativi obblighi. Introdurre tasse sugli appartamenti vuoti potrebbe essere una soluzione da considerare seriamente”.

E le giovani famiglie che non hanno possibilità finanziarie di acquistare immobili e decidono di cercare miglior vita all’estero?
“Un esempio lampante è la città di Fiume, dove le autorità locali hanno il compito di gestire la questione abitativa sociale. Tuttavia, sono evidenti le lacune nell’assegnazione degli alloggi. Mentre negli ultimi anni soltanto una manciata di appartamenti è stata assegnata alle giovani famiglie, esiste un’opportunità inutilizzata nell’uso di edifici pubblici come il grattacielo delle Ferrovie croate, che potrebbe ospitare da 30 a 50 famiglie giovani temporaneamente, fino a quando non saranno in grado di garantirsi una stabilità economica. Questo rappresenterebbe un primo passo concreto verso una soluzione efficace per molte persone.

Il grattacielo delle Ferrovie croate in via Primo maggio a Fiume, eventuale punto di partenza per le giovani famiglie.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La politica è sempre un compromesso
“Dovrebbe esserci un maggior interesse da parte degli organi che comandano sia Città che Regione. La politica è un compromesso e il dialogo è essenziale. È necessaria maggiore coesione perché, da soli, è difficile essere ascoltati. Parlando di rinnovo demografico, mi piacerebbe che la Regione si organizzasse per creare condizioni favorevoli per i professionisti in carenza, stipulando accordi con lo Stato per acquisire proprietà nelle aree dove si verificano carenze e utilizzarle come alloggi per questi professionisti. Ad esempio, un medico potrebbe utilizzare un appartamento ottenuto dalla contea, consentendo di risolvere problemi legati alla carenza di alloggi nelle zone montane del Gorski kotar e sulle isole. Questo approccio potrebbe incentivare senza necessariamente aumentare i salari, garantendo almeno un alloggio gratuito con le utenze pagate per questi professionisti”.

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