Amministrative e censimento: l’importanza di dichiararsi italiani

Per poter votare per gli incarichi in quota CNI alle elezioni bisogna notificare la nazionalità

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Amministrative e censimento: l’importanza di dichiararsi italiani

Sulla scena politica croata i riflettori sono tutti puntati sulle elezioni amministrative del 16 maggio. Il tempo stringe. I candidati hanno tempo fino alla mezzanotte di oggi, 29 aprile, per presentare le liste di candidatura. Una volta convalidate le liste da parte delle Commissioni elettorali scatterà ufficialmente la campagna elettorale che si protrarrà per due settimane circa e si concluderà alla mezzanotte di venerdì 14 maggio. Le forze politiche che vanno per la maggiore, ai vari livelli amministrativi, hanno già consegnato le liste di candidatura, spesso con molte più firme di sostegno del necessario. Per gli altri, in particolare i candidati indipendenti, si profila una corsa contro il tempo. A Fiume e nelle principali località istriane sono molti i candidati sindaci: sia sul fronte del centrosinistra che su quelle del centrodestra si assiste a un proliferare di liste, per cui alla prima tornata elettorale potrebbe verificarsi una dispersione dei voti. In molti casi per conoscere il vincitore bisognerà attendere il ballottaggio in programma il 30 maggio. In Istria, inoltre, si profilano fin d’ora diversi candidati alle elezioni per gli incarichi di vicesindaci e di presidente della Regione riservati alla Comunità Nazionale Italiana. La Commissione elettorale ha invitato i cittadini che compiranno il 18.esimo compleanno entro il 16 maggio a notificare entro il 5 maggio la loro appartenenza nazionale ai competenti uffici territoriali, in particolare per poter votare per i candidati ai seggi specifici riservati alle minoranze nazionali o al popolo croato laddove questo è numericamente minoritario nelle singole autonomie locali.

Un annoso problema

E qui puntualmente, a ogni appuntamento elettorale in cui sono in ballo i seggi specifici riservati alle minoranze e quindi anche alla CNI si presenta un problema: molti cittadini non sanno che per poter esercitare il voto etnico devono essere iscritti all’ufficio anagrafe competente per territorio quali appartenenti a una determinata minoranza. I disguidi sono all’ordine del giorno persino nelle zone dove vi è, ad esempio, una forte concentrazione di popolazione di lingua italiana, come l’Umaghese e il Buiese. Ce lo ha confermato, a scanso di equivoci, anche la candidata a vicesindaco di Umago in quota CNI, Floriana Bassanese Radin, la quale ci ha spiegato di aver incontrato questo problema in maniera molto diffusa durante la raccolta di firme a sostegno della sua candidatura. Tra il serio e il faceto ci ha dichiarato di temere di ottenere alle elezioni meno voti di quante siano state le sottoscrizioni raccolte. E sì, perché molti connazionali sono convinti che sia sufficiente essere soci di una determinata Comunità degli Italiani e magari avere la doppia cittadinanza, quindi pure il passaporto italiano, per poter votare per i vicesindaci o per il vicepresidente della Regione istriana in quota CNI. Ebbene no, tutto questo va bene, ma non dà affatto il diritto di voto per i seggi specifici appannaggio della Comunità Nazionale Italiana. Per poter votare, per poter esprimere sostegno a un candidato al seggio specifico e per poter candidarsi a detto seggio bisogna essere obbligatoriamente iscritti quali cittadini di nazionalità italiana, ossia quali appartenenti alla CNI, al competente ufficio anagrafe. Altrimenti non si viene inseriti nell’elenco elettorale specifico degli elettori della minoranza nazionale italiana e non si può votare se non per le liste partitiche generali.

Il doppio voto? Stavolta c’è

Floriana Bassanese Radin ci ha spiegato che molti cittadini che volevano dare sostegno alla sua candidatura hanno esposto tesi del tipo: “È una vita che faccio attività in Comunità, ho anche la cittadinanza italiana, ho sempre parlato italiano…”. Un’altra osservazione sintomatica che gli elettori hanno mosso alla candidata umaghese e che potrebbe compromettere l’affluenza al voto etnico è stata della serie: “Sì, ti dò il sostegno per la candidatura, ma poi all’atto del voto devo scegliere tra suffragio etnico e quello politico. Se voto per te non posso votare per il partito che mi sta a cuore…”. Ebbene no, nemmeno questa volta. Nel caso delle elezioni amministrative non vale il principio che vige alle elezioni politiche, dove l’appartenente a una minoranza deve scegliere tra il voto per il seggio specifico minoritario e quello per le liste partitiche, prettamente politiche. Per le elezioni a livello locale e regionale di fatto il doppio voto esiste: così il connazionale può votare sia per i partiti politici (ossia per i sindaci, il presidente della Regione, le Assemblee comunali o municipali e regionale) che per i vicesindaci e il vicepresidente della Regione istriana in quota CNI.

Sei schede elettorali…

All’atto del voto, nei seggi elettorali, per giunta la situazione relativa alle schede sarà piuttosto complessa. A Umago, come in molte località a Statuto bilingue (da Pola a Buie, lungo quasi tutta la costa occidentale dell’Istria e l’immediato retroterra) gli appartenenti alla CNI si troveranno in mano ben sei schede: per il sindaco della località di residenza, per il Consiglio municipale o comunale, per il presidente della Regione, per l’Assemblea regionale, per il vicesindaco in quota CNI e per il vicepresidente della Regione in quota CNI. Floriana Bassanese Radin raccomanda caldamente agli elettori connazionali – ed è un invito quanto mai prezioso e sicuramente condiviso da tutti i candidati agli incarichi in quota CNI – a richiedere espressamente al Comitato elettorale, agli addetti ai lavori, anche le schede per il voto specifico. Non si sa mai, può capitare che l’addetto di turno, anche senza intenzioni malevoli, soltanto per sbadataggine, si scordi di consegnare all’elettore appartenente alla CNI, oltre alle quattro schede per il voto politico, anche le due schede per il voto etnico.
Nelle località istriane, in cui non è prevista l’elezione del vicesindaco eletto direttamente dalla CNI, gli elettori connazionali si ritroveranno in mano cinque schede, ovvero le quattro del voto politico più una relativa al voto etnico per il vicepresidente della Regione istriana. Nelle altre Regioni, ad esempio in quella litoraneo-montana, gli elettori connazionali non avranno l’opportunità di votare per dei seggi in quota CNI. Ciò non toglie che nelle liste partitiche e indipendenti ci potranno essere e ci saranno a volte di sicuro anche candidati che si riconoscono nella minoranza italiana. Ma non per questo nel Quarnero, come nemmeno in casi simili in Istria, sono candidati in quota CNI, ovvero eletti direttamente soltanto dai connazionali.
In alcuni casi in determinate località della Regione istriana, come ha ricordato Floriana Bassanese Radin, ci sarà magari un solo candidato in lizza per il vicesindaco in quota CNI. Anche se la sua elezione in questi casi è scontata non è indifferente quanti voti riceverà.

Giovani: tempo fino al 5 maggio

Da qui l’invito in particolare ai giovani appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana che compiranno il 18º compleanno entro i 16 maggio. Si rechino entro il 5 maggio, termine ultimo previsto dalla Commissione elettorale, all’ufficio anagrafe della Città o del Comune di residenza per verificare se siano iscritti quali italiani nell’elenco elettorale e se non lo sono indichino chiaramente ai funzionari la loro appartenenza nazionale. Soltanto così potranno esercitare pienamente i loro diritti sanciti dalla Legge.
Potremmo dire – e lo ha ricordato anche Floriana Bassanese Radin – che lo stesso discorso varrà in autunno per il censimento: è importante dichiararsi italiani, a prescindere dai diritti acquisiti della CNI, perché il numero conta eccome, è un valore aggiunto. È vero, in Istria, tanti italiani si considerano giustamente istriani, come a Fiume si considerano fiumani: ma per far valere i diritti previsti dalla legge, per contare anche come Comunità, piaccia o no, bisogna dichiararsi tali, non basta né la tessera di socio della CI, né il doppio passaporto. L’appello quindi è rivolto soprattutto ai giovani: recatevi all’anagrafe, verificate come siete stati iscritti e al censimento dichiarate la vostra identità nazionale, linguistica, non quella (che pure sta a cuore) regionale e municipale.

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