All’asilo di Cherso porte aperte per l’italiano

L'ambasciatore italiano in Croazia, Paolo Trichilo, accompagnato dalla Console generale d'Italia a Fiume, Iva Palmieri ha visitato l'isola quarnerina. Ha incontrato le autorità locali, i connazionali e imprenditori

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All’asilo di Cherso porte aperte per l’italiano
La foto ricordo dell'incontro dell'Ambasciatore Trichilo con i connazionali di Cherso Foto Goran Žiković

L’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Paolo Trichilo, si è recato in visita all’isola di Cherso, per discutere di patrimonio culturale e vicinanza fra le due sponde dell’Adriatico, ma anche per approfondire un progetto imprenditoriale molto concreto: la Valle dell’Idrogeno del Nord Adriatico. Nel corso della due giorni, l’ambasciatore, accompagnato durante parte del viaggio dalla console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, ha incontrato prima il sindaco di Cherso, Marin Gregorović, con i suoi collaboratori, quindi la Comunità degli Italiani, guidata da Daniele Surdić, e in fine i rappresentanti della Cresanka, diretta da Mario Andretta. “È per noi un onore avere qui l’ambasciatore italiano. Cherso ha un legame molto forte con l’Italia, ora come in passato e per noi è molto importante continuare a coltivare questi buoni rapporti. Qui c’è un patrimonio culturale molto importante legato alla Repubblica di Venezia e ci sono ancora molte persone che parlano l’italiano. Anche per questo abbiamo dei rapporti di gemellaggio con due comuni italiani, con i quali siamo in contatto sia a livello amministrativo che per attività di scambi di studenti”, ha esordito il sindaco.

Paolo Trichilo, Iva Palmieri, Daniele Surdić e Marin Gregorović Foto Goran Žiković

Valle dell’idrogeno
Trichilo si è detto lieto d’aver risposto all’invito del sindaco e dell’opportunità di conoscere questi territori. Ha detto di essere stato già in varie zone dell’Istria, facendo visita alle locali Comunità, ma avere piacere di poter visitare anche l’Isola di Cherso, in modo particolare per le grandi potenzialità del progetto legato alla Valle dell’idrogeno. Il sindaco assieme ai suoi collaboratori ha spiegato più nel dettaglio in cosa consista il progetto, ossia in un impianto in grado di trasformare una parte dei rifiuti prodotti sull’isola in idrogeno che possa venir poi usato per produrre energia. “Per noi è molto complicato e costoso smaltire grandi quantità di rifiuti sulla terraferma. Per questo ogni iniziativa che vada a ridurre la mole di rifiuti è un notevole passo avanti. Stiamo già praticando da anni la raccolta differenziata e il riciclaggio, ma questo nuovo progetto potrebbe permetterci di fare un ulteriore passo avanti. L’obiettivo finale, che per ora rimane solo una visione, è di riuscire ad avere un aliscafo alimentato a idrogeno che fornisca un collegamento stabile con Fiume, così da permettere alle persone di vivere sull’Isola e di andare a lavorare a Fiume al mattino, per farvi ritorno nel pomeriggio. Più nell’immediato l’energia ottenuta dai rifiuti potrà essere in grado di alimentare tutta una serie di veicoli che vengono utilizzati dalle municipalizzate della città, per portare a termine lavori di vario tipo sul territorio dell’isola”, ha affermato Gregorović. Trichilo ha spiegato di essere interessato a tutto ciò non soltanto perché si tratta di un progetto molto innovativo, ma anche perché nel consorzio che sta portando avanti il tutto ci sono partner italiani che certificano ancora di più come ci sia un ottimo rapporto fra questi territorio, non soltanto sul piano culturale, bensì anche su quello economico, con investimenti che sono in grado sia di produrre posti di lavoro sia di portare della nuova tecnologia in un territorio che essendo isolato deve cogliere tutte le opportunità che gli si presentano davanti.

Daniele Surdić e Paolo Trichilo Foto Goran Žiković

Un nuovo asilo?
Il sindaco ha parlato poi di come Cherso sia in controtendenza rispetto al resto della Croazia per quel che riguarda demografia e natalità. “Ogni anno abbiamo sempre più bambini iscritti all’asilo. Questo ci rende felici, però costituisce anche un problema, perché abbiamo ormai raggiunto il numero massimo di iscritti che le nostre strutture possono accogliere. A Cherso abbiamo deciso ormai vari anni fa che l’asilo deve essere gratuito per tutti i bambini e che non ci possiamo permettere di lasciare qualcuno fuori. Per questo andremo ad ampliare le strutture e vorremmo cogliere questa occasione per creare dei gruppi permanenti in lingua italiana”, ha spiegato Gregorivić.
Mirjana Koljevina, direttrice della scuola materna di Cherso ha spiegato come già ora ci siano dei corsi di italiano per i bambini degli asili, aggiungendo come ci sia la volontà di ampliare il progetto e di creare un gruppo che sia interamente in lingua italiana. Gregorović ha aggiunto di sapere come non sia l’Ambasciata l’organo preposto a prendere questo tipo di decisioni, bensì l’Unione Italiana, spiegando però che sarebbe opportuno lavorare tutti insieme a questo progetto, seguendo magari il modello dell’asilo di Fiume. “Sono molto contento di sentire tutto ciò. Sia per la possibilità di aprire un gruppo in lingua italiana sia perché avete questa bellissima politica di non lasciare nessun bambini a casa. In Italia molti comuni hanno dei problemi con i posti disponibili nelle scuole materne e anche da questo consegue una più scarsa occupazione femminile rispetto alla media europea. Farò sicuramente da tramite con l’Unione Italiana per spiegare loro la bontà del progetto”, ha replicato l’ambasciatore, il quale si è detto sorpreso e felice del sempre maggior numero di bambini, un dato in controtendenza rispetto alla maggior parte del resto della Croazia.

L’ambasciatore Paolo Trichilo e la console generale Iva Palmieri sono stati ricevuti al Palazzo municipale di Cherso dal sindaco Marin Gregorović e dai suoi collaboratori. All’incontro ha partecipato anche il presidente della locale CI, Daniele Surdić Foto di Goran Žiković

L’incontro in Comunità
In un contesto molto meno formale è avvenuto l’incontro pomeridiano con i soci della Comunità degli Italiani di Cherso. Surdić ha spiegato come ufficialmente il sodalizio abbia 216 iscritti, il che lo rende la seconda associazione di cittadini più numerosa dell’isola, dopo il club dei pensionati. “In Comunità facciamo attività di vario tipo. L’ultima che abbiamo ideato è un gruppo di cucina, che ha sia l’obiettivo di conservare alcune vecchie tradizioni gastronomiche, tramandando le ricette, sia quello molto più banale di trascorrere del tempo insieme, parlando la nostra lingua e mangiando bene. Siamo tutti abbastanza bravi a cucinare, tanto che quando ci sono delle feste organizzate dalle altre Comunità spesso ci chiamano per preparare qualcosa. A noi piace molto andare in giro e conoscere altre persone, lo facciamo anche con i nostri giocatori di carte e con la squadra di bocce. Purtroppo però non è semplice viaggiare quando si è su di un’isola. I problemi principali sono due: i maggior costi di trasporto, dovunque si voglia andare, e una serie di problemi dovuti agli orari dei traghetti, che soprattutto in periodo invernale non ci permettono di rimanere in giro per l’Istria dopo una certa ora”, ha affermato Surdić.
Il presidente della CI ha raccontato anche di come ci siano una serie di corsi di lingua per gli adulti e delle ludoteche per i bambini, dove si impara la lingua giocando. “Per noi è estremamente importante tenere viva la lingua, perché col passare degli anni si perde sempre di più e rischiamo di non riuscire a tramandarla alle nuove generazioni. Anche per questo la possibilità di avere un gruppo italiano all’asilo sarebbe molto importante”, ha affermato Surdić.
L’ambasciatore ha confermato anche alla Comunità che avrebbe fatto da tramite all’Unione Italiana per il sindaco, lodando la voglia dei chersini di viaggiare e di condividere con altri italiani del territorio le loro esperienze. Trichilo ha parlato del forte legame culturale che c’era in passato con Venezia e di leoni di San Marco ancora visibili in città, ed ha ringraziato il presidente per aver fatto da Cicerone nella pausa fra i due incontro ufficiali, permettendogli di apprendere molto della storia della città.

Il ruolo di Cresanka
Nel corso della giornata di domenica è andato in scena il terzo appuntamento in programma sull’isola, con la componente imprenditoriale, che anche in questo caso ha un legame molto forte con l’Italia. Ebbene l’87 per cento delle azioni della Cresanka sono di proprietà della famiglia Andretta, che gestisce il Campeggio Sabbiadoro a Lignano e che nel 2001 è entrata a far parte della proprietà dell’azienda di Cherso. La Cresanka sull’isola gestisce attività commerciali di vario tipo, mentre per quel che riguarda il settore turistico è proprietaria dell’albergo Kimen e del campeggio Kovačine. L’albergo ha a disposizione 400 posti letto, mentre il campeggio è in grado di accogliere 4.500 persone, il che li rende estremamente importanti per l’economia della città di Cherso. Abbiamo parlato con Andretta il quale ci ha confermato la bontà dei rapporti fra le due sponde. “Ho sempre collaborato bene con tutte le istituzioni. Salvo casi isolati non ci sono mai stati problemi di alcun tipo e abbiamo anzi avuto modo di conoscere molte storie interessanti. Qui tantissime persone avevano in famiglia un nonno che parlava l’italiano, ora però c’è il rischio che i nipoti non conoscano più questa lingua. Io mi sono occupato di imprenditoria per tanti anni e ora sento che sia giusto restituire qualcosa alla comunità. Se c’è da costruire delle strutture siamo disposti a fare anche noi la nostra parte, come Cresanka, perché conoscere una lingua in più è sempre un valore aggiunto. Per la gente del luogo imparare l’italiano è sia un’opportunità lavorativa e economica, a causa del gran numero di turisti italiani che frequentano l’isola, sia per un arricchimento culturale personale. Credo che il ruolo della Comunità sia molto importante per il mantenimento e la promozione della lingua italiana, che non va assolutamente persa. Bisogna però muoversi ora quando è ancora parlata in molte famiglie, perché recuperare è molto difficile”, ci ha rilevato Andretta.

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