
Oggi, giovedì 6 febbraio, un gran numero di scuole in Croazia (anche le italiane Smsi di Fiume e la Leonardo Da Vinci di Buie) ha ricevuto segnalazioni riguardanti presunte bombe all’interno degli edifici scolastici. Tuttavia, le ispezioni pirotecniche hanno finora rivelato che si trattava di falsi allarmi, sebbene alcune verifiche siano ancora in corso.
Tutte le email contenenti le minacce sono state inviate dallo stesso indirizzo di posta elettronica, il cui server si trova in Africa.
Il ministro degli Interni, Davor Božinović, ha dichiarato che le emeail sono arrivate nelle caselle di posta elettronica di 85 istituti scolastici. Si tratta di un “rpomblema molto piž vasto, perché negli ultimi tempi simili minacce sono state registrate in Ungheria, Bulgaria, regno Unito, Slovenia…”.
Božinović ha sottolineato che il governo croato ha informato anche l’Europol., che sta indagando su tutti questi casi, per “capire la vera entità di questa azione”.
Situazioni simili., come spigetao dal ministro, si sono già verificate di recente in altri Paesi. Giovedì, 30 gennaio, diverse scuole ungheresi hanno ricevuto minacce di bomba, portando all’evacuazione di numerosi istituti. Nonostante gli allarmi, nessun ordigno è stato trovato. La polizia ungherese ha riferito che le minacce hanno coinvolto 44 istituzioni scolastiche e ha avviato un’indagine.
Il fenomeno si era già verificato una settimana prima, il 23 gennaio, quando ben 313 scuole in Ungheria avevano ricevuto minacce simili. Anche in quel caso, nessun esplosivo era stato rinvenuto, ma le autorità hanno trattato l’episodio come un grave reato contro la sicurezza pubblica. Le email minacciose contenevano riferimenti a testi islamisti, motivo per cui le autorità ungheresi hanno chiesto il supporto di Interpol. Il primo ministro Viktor Orbán ha annunciato un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle scuole colpite e un’indagine approfondita sull’origine delle minacce.
In Slovenia, il 27 gennaio, si è verificato un caso analogo, con minacce di bomba inviate a più istituti scolastici.
Indagini in corso: piste che portano a Ucraina e Russia
Nessun colpevole è stato ancora ufficialmente identificato, ma i media ungheresi hanno riferito che gli indizi raccolti finora conducono a Ucraina e Russia. Secondo le testate Telex e Mandiner, le email sarebbero state inviate da indirizzi IP ucraini utilizzando un provider di posta elettronica russo. Le autorità ungheresi avrebbero già contattato sia Mosca che Kiev per approfondire la questione.
Le email, secondo gli investigatori, sarebbero state generate tramite indirizzi temporanei che possono essere cancellati rapidamente, complicando il lavoro degli inquirenti.
L’escalation di minacce sta ora preoccupando diversi Paesi dell’Europa centrale, con le forze di sicurezza al lavoro per individuare i responsabili e fermare questa catena di falsi allarmi.
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