È tornato in patria il team di soccorritori inviato dalla Croazia a partecipare alle operazioni di recupero delle persone rimaste sepolte nelle macerie degli edifici crollati in seguito al sisma di magnitudo 7,8 che il 6 febbraio scorso ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. La squadra era composta da 41 persone, tra i quali l’ex dipendente dell’Edit, Saša Dubravčić, e da sette cani da ricerca. Erano impegnati nelle operazioni di soccorso organizzate nella città di Antiochia. Le operazioni di recupero delle vittime sono state sospese e ora nella città sono entrate in azione le ruspe che provvederanno a rimuovere le macerie. “Lo faranno con la massima delicatezza. Esiste sempre la speranza d’assistere a un miracolo e di trovare ancora qualcuno vivo”, ha dichiarato Tomislav Marević della Direzione della Protezione civile croata. Ha annunciato che ai membri del team, che in Turchia hanno assistito a una tragedia che non può non lasciare il segno, sarà garantito un adeguato sostegno psicologico. Una precauzione questa tesa a evitare che lo stress accumulato non generi in loro i sintomi da disturbo da stress post-traumatico. Marević non ha risposto alle domande attinenti ai motivi che hanno portato al crollo di un numero talmente elevato di edifici. “Non ho le competenze per poter giudicare, non è il mio mestiere. Gli ingegneri croati che hanno visitato l’area hanno affermato che gli edifici, se costruiti a norma, dovrebbero reggere a quel genere di sollecitazioni”, ha dichiarato Marević.
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