Addio a Silvije Tomašević: un fiumano di Roma

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Addio a Silvije Tomašević: un fiumano di Roma

Si è spento a Roma dopo una lunga malattia, all’età di 71 anni, Silvije Tomašević, decano dei corrispondenti esteri a Roma, giornalista di alto profilo professionale, nostro concittadino. La carriera di giornalista l’ha iniziata a Fiume nel 1970, collaboratore del quotidiano Večernji list. Dal 1984 era corrispondente a Roma prima del quotidiano Vjesnik, poi del Večernji list e di tutte le testate connesse a questa casa editrice. Dagli anni novanta era pure corrispondente della Radio-televisione croata di Zagabria, dall’Italia e dal Vaticano.
Dal 1992 al 2006 ha lavorato anche per la radio RAI Internazionale, è stato un collaboratore stimato del quotidiano Il Manifesto e del settimanale Internazionale, e uno dei membri autorevoli dell’esecutivo dell’ Associazione stampa estera a Roma. Era un esperto “vaticanologo”, e in questa veste scriveva anche per la BBC, per la radio tedesca Deursche Welle e interveniva anche alla Radio Vaticana. Ha scritto, tra l’altro, dei libri importanti sui papi contemporanei: la sua biografia di papa Giovanni Paolo II,. pubblicata nel 1994, è stata tradotta in inglese, tedesco, sloveno e perfino polacco. Molto apprezzati anche i suoi libri I papi nella storia del 2003, I due papi del 2009, ed infine il libro Papa Francesco che era uscito nel 2014.
Ha seguito con un interesse speciale il papato di papa Francesco, che ormai lo conosceva bene dai suoi viaggi, come quel giornalista che gli poneva sempre delle domande “non facili”, lo diceva il papa durante i suoi viaggi. Tomašević era un giornalista completo: serio, obiettivo, pacato ma profondo nelle sue analisi e nei suoi giudizi, appariva sul piccolo schermo e sulla stampa con la stessa serietà per i piccoli fatti di cronaca come anche nelle sue rubriche sui problemi globali del mondo contemporaneo.
E non soltanto giornalista di grande levatura, di autorevolezza e prestigio, ma anche, da fiumano, promotore di molte iniziative atte a unire i fiumani, esuli a Roma e in Italia, con la città quarnerina. Nel 2013 aveva fondato la rivista bilinguale “MM: Minoranze-Manjine”, dove aveva pubblicato molti contributi  sulle attività del Museo-archivio Fiume e sulla Società di studi fiumani. Era un interlocutore serio e se sensibile, con una grande voglia di riunire le due anime dei fiumani – quelli rimasti e quelli che se ne sono andati durante gli episodi nefasti della storia contemporanea. E ogni nuovo numero di questa rivista veniva presentato anche in seno alla Società di studi fiumani, con la quale aveva stabilito un dialogo profondo e proficuo. Aveva pubblicato, nel 2017, anche un libro sui moretti di Fiume, e in ogni occasione si dava da fare per disseminare la conoscenza della sue due città – Roma e Fiume. Quando facevo l’ambasciatore a Roma, avevo in lui un prezioso consigliere e amico, pronto sempre a sostenere le iniziative di approfondimento dell’amicizia tra l’Italia e la Croazia. Lascia la moglie Katja, fiumana anche lei, di professione medico che ha sacrificato la sua carriera per seguirlo, la figlia Nika, ricercatrice di teatro all’Università di Teramo, e il figlio Leo,  ricercatore a Copenaghen di neurologia elettronica.

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