Ucraina-Russia, al via i negoziati a Istanbul: c’è anche Abramovich

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Ucraina-Russia, al via i negoziati a Istanbul: c’è anche Abramovich

Guerra Ucraina-Russia, hanno preso il via nel Palazzo Dolmabache a Istanbul i negoziati tra le delegazioni di Kiev e Mosca. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Interfax, ricordando come l’incontro sia stato preceduto da un intervento del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan: ciascuna delle delegazioni ha incontrato la parte turca prima dell’inizio dei colloqui.

L’oligarca russo Roman Abramovich, che sarebbe stato avvelenato in uno dei precendenti colloqui a KIev, è a Istanbul dove oggi sono in corso i colloqui russo-ucraini. Lo riferisce la Tass. Nelle immagini trasmesse dai media turchi, si vede Abramovich che non è seduto al tavolo principale delle delegazioni russa e ucraina, ma di lato accanto a Ibrahim Kalin, un portavoce del presidente Erdogan, e indossa cuffie per la traduzione. Lo riporta la Bbc. Kalin avrebbe aiutato a coordinare gli incontri tra l’oligarca russo e un membro della delegazione ucraina in un hotel di Istanbul. La presenza di Abramovich – sottolinea la Bbc- suggerisce che è ancora coinvolto a qualche livello nei tentativi di mediazione.

“I progressi nei colloqui di pace tra le delegazioni ucraina e russa in Turchia potrebbero aprire la strada a un incontro a livello di leader”, ha dichiarato Erdogan, prima dell’inizio dei colloqui. “Su tutte le piattaforme internazionali abbiamo mostrato un approccio equo che difende i diritti e le sensibilità di entrambe le parti”, ha aggiunto.

Le “preoccupazioni” di Russia e Ucraina sono “legittime”, ha quindi dichiarato il presidente turco per il quale il proseguimento delle ostilità tra Russia e Ucraina “non è nell’interesse di nessuno”.

Nel suo breve discorso, riporta l’agenzia Anadolu, Erdogan ha insistito sulla necessità di raggiungere un accordo sul cessate il fuoco, base per una pace duratura. Il leader turco ha evidenziato in particolare la posizione del suo Paese, che mantiene buoni rapporti con i due belligeranti. “Gli scontri ci rammaricano profondamente”, ha sostenuto, ricordando che Ucraina e Russia sono due paesi “amici”.

La Turchia si aspetta “progressi seri e concreti” dai colloqui di Istanbul, ha dichiarato ancora Erdogan, rivolgendosi alle delegazioni di Ucraina e Russia prima dell’inizio del nuovo round di negoziati. “Crediamo che non ci siano perdenti in una pace giusta”, ha detto ancora, citato dall’agenzia Anadolu. “Ci auguriamo che gli incontri siano utili sia per i Paesi che per la regione poiché la Turchia è profondamente preoccupata per il conflitto”, ha aggiunto Erdogan, che ha quindi definito “amici preziosi” i leader di Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.

Zelensky

Intanto Zelensky insiste con forza per un inasprimento delle sanzioni contro la Russia, e critica la natura “passiva” di alcune misure punitive, sottolineando che il mondo non può aspettare le azioni della Russia per rispondere. Nel discorso pronunciato e divulgato in nottata, il presidente ucraino – riporta la Bbc – si è lamentato del fatto che se “forti sanzioni preventive” fossero state adottate in precedenza, avrebbero potuto impedire l’invasione. “Una guerra su vasta scala è iniziata”, ha dichiarato Zelensky nel discorso di sette minuti. “Ora ci sono indicazioni e avvertimenti secondo cui sanzioni presumibilmente più severe, come un embargo sulle forniture petrolifere russe all’Europa, sarebbero messe in atto qualora la Russia utilizzasse armi chimiche”.

“Semplicemente non ci sono parole. Noi, persone che siamo vive, dobbiamo aspettare. Tutto ciò che l’esercito russo ha fatto fino ad oggi non giustifica un embargo petrolifero? Le bombe al fosforo non lo giustificano? Un impianto di produzione chimica bombardato o un bombardamento sulla centrale nucleare non lo garantiscono?”.

Zelensky ha poi fatto sapere che intende rivolgersi ai parlamenti di diversi paesi questa settimana per esortarli a fornire più armi. “Gli ucraini non dovrebbero morire solo perché qualcuno non riesce a trovare abbastanza coraggio per consegnare le armi necessarie”, ha detto. “La paura rende sempre complici”.

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