Trump in tribunale, ex presidente in arresto: si dichiara non colpevole

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Trump in tribunale, ex presidente in arresto: si dichiara non colpevole

(Adnkronos) – In un’affollata aula del tribunale di Manhattan, Donald Trump, che è in stato di arresto, si è dichiarato non colpevole per tutti i 34 capi di imputazione che gli sono stati contestati nell’atto di incriminazione nel caso Stormy Daniels, letto dal giudice Juan Merchan. Le accuse sono di aver falsificato i registri della società e partecipato a un complotto per versare denaro in cambio del silenzio a due donne alla fine della sua campagna elettorale del 2016.

L’ex presidente Usa è entrato nell’aula di tribunale con due agenti in divisa al fianco. L’ex presidente è apparso serio e scuro in volto.

In uno scatto diffuso dai fotografi che sono stati ammessi in aula prima dell’inizio dell’udienza Trump appare con un’espressione seria, seduto al tavolo degli imputati nell’aula di tribunale di Manhattan. L’ex presidente, che ha i suoi tre avvocati accanto, appare evidentemente seccato, frustrato, commentano analisti della Cnn, per il fatto di “trovarsi in una situazione in cui, contrariamente al suo solito, non è in controllo”, costretto nel suo ruolo di imputato.

Contrariamente a quanto era stato ventilato, Trump non ha rilasciato nessuna dichiarazione prima di entrare in aula. Poco prima di lui era entrato in aula – dove sono vietate le telecamere – il suo team di avvocati, Joe Tacopina, Susan Necheles e Todd Blanche. E ancora prima era stato visto varcare la porta dell’aula al 15esimo piano del tribunale di Manhattan, il procuratore distrettuale, Alvin Bragg, titolare del caso sulla vicenda Stormy Daniels.

L’ex presidente Usa ha lasciato la Trump Tower poco dopo le 13 ora locale, le 19 in Italia per recarsi al tribunale di New York. Trump ha salutato con la mano i suoi sostenitori e poi ha alzato il pugno in segno di lotta. Scortato dagli agenti del Secret Service, l’ex presidente è entrato in una berlina nera, con al seguito un lungo corteo per le strade di Manhattan, dove il traffico è stato bloccato.

Prima dell’inizio dell’udienza, alla Trump Tower è arrivata Melania Trump, scrive il Mirror, ricordando che secondo alcune voci Trump potrebbe dover affrontare anche il divorzio.

Durante il percorso dalla Trump Tower al tribunale di Manhattan, l’ex presidente ha postato su Truth: “Sono diretto verso il sud di Manhattan, al tribunale. Sembra surreale, wow, stanno per arrestarmi”. “Non posso credere che stia succedendo in America, Maga!”, ha concluso usando come slogan l’acronimo del suo movimento politico, Make America Great Again. Trump, arrivato al tribunale di Manhattan, ha salutato la folla prima di entrare.

C’è stata l’identificazione con il prelievo delle impronte digitali. Non si sa se saranno prese le foto segnaletiche, dal momento che l’ex presidente non è a rischio di fuga. Anche se, sottolineano fonti citate dalla Cnn, l’ex presidente aveva detto che voleva che gli facessero le foto segnaletiche.

LA MAIL AI FINANZIATORI – “Un giorno tragico” per gli Stati Uniti. Trump ha continuato a incitare i suoi sostenitori a poche ore dall’udienza a New York. Riferisce la Nbc che l’ex presidente degli Stati Uniti, in una mail inviata ai finanziatori, scrive: “Oggi piangiamo la fine della giustizia in America. Oggi è il giorno in cui un partito politico al potere ARRESTA il suo principale avversario per non aver commesso alcun reato”.

Trump prosegue: “Il nostro movimento ha superato così tanto. E non c’è dubbio nella mia mente che prevarremo ancora una volta e conquisteremo la Casa Bianca nel 2024”. La mail contiene un link per procedere alle donazioni alla sua campagna, chiedendo finanziamenti tra i 24 e i mille dollari.

“Un giorno tragico per la nostra repubblica”, scrive Trump nella mail definita “l’ultima prima del mio arresto” in “un tribunale illegale”. L’ex presidente chiede di “contribuire a salvare l’America”, e per questo allega un link per la raccolta di fondi, ed esprime la preoccupazione che gli Stati Uniti stiano diventando un “Paese del Terzo Mondo marxista”.

L’ex presidente, con un post sul suo social Truth, chiede quindi di spostare il caso da Manhattan a Staten Island, “che sarebbe una sede molto equa e sicura per il processo”. Il processo e l’eventuale scelta della giuria andranno in scena “in una sede molto ingiusta, dove in alcune aree vota repubblicano appena l’un per cento della popolazione”. Staten Island è l’unico borough newyorkese dove Trump ha vinto sia nel 2016 che nel 2020.

Nel suo post, l’ex presidente si scaglia poi contro il giudice Juan Merchan definendolo “un giudice grandemente di parte”. “E’ stato disastrosamente ingiusto nel precedente caso collegato a Trump – aggiunge riferendosi a una sua recente sentenza di condanna della Trump Organization per frode fiscale – ha istruito in modo orribile la giuria ed è impossibile avere a che fare con lui in questa caccia alle streghe”.

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