Terremoto Turchia. Ferite due cittadine croate

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Terremoto Turchia. Ferite due cittadine croate

L’Ambasciatore croato in Turchia, Hrvoje Cvitanović, in un’intervista aL canale all news N1, ha rivelato che due donne croate sono rimaste ferite nel terremoto che ha colpito la Turchia. Una si trovava nella città di Adiyaman, nel sud-est del Paese, ed è ricoverata in ospedale. È fuori pericolo. “Vive a Istanbul, ma era nella zona colpita. È rimata sepolta sotto le macerie, ma i soccorritori sono riusciti a tirarla fuori. È in ospedale e sta bene, secondo le informazioni che abbiamo al momento”, ha detto Cvitanović, aggiungendo che l’altra donna è rimasta ferita a Malatya.

Al momento non risultano feriti o morti tra gli italiani a seguito del violento terremoto che questa notte alle 4.17 ha colpito le regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale. Lo comunica la Farnesina in una nota spiegando che l’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha preso contatto con i connazionali presenti nel paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite.

A tutti gli italiani presenti nelle zone colpite a qualsiasi titolo, anche temporaneamente, si richiede di registrarsi sul sito “Dove siamo nel mondo” e scaricare la App “Unità di Crisi” per cellulari, attivando la geolocalizzazione.

Tutta la struttura dell’ambasciata italiana ad Ankara, insieme ai consolati onorari nelle città più colpite dal devastante terremoto che ha colpito la Turchia, “si è immediatamente attivata” per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani, “siamo operativi sin dalle prime notizie del sisma”, ha detto all’Adnkronos l’ambasciatore italiano ad Ankara, Giorgio Marrapodi, secondo cui i connazionali che si trovano nelle zone del sisma “sono poche decine, con molti di loro abbiamo già parlato e stanno bene, ma le verifiche continuano”.

L’ambasciatore spiega di aver parlato con “i consoli onori nelle varie città, da Gaziantep ad Alessandretta, che si sono messi in contatto con i nostri connazionali e proseguono le verifiche”. Nelle zone colpite, secondo Marrapodi, si trovano per lo più funzionari di organizzazioni internazionali.

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