Qatar 2022, i giocatori provano a salvare i diritti. La Fifa no

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Qatar 2022, i giocatori provano a salvare i diritti. La Fifa no

Una partita dietro l’altra, una squadra dietro l’altra, i giocatori stanno provando a salvare i diritti civili e, almeno in parte, i Mondiali 2022. Lo stesso non si può dire per la Fifa, che ha scelto da che parte stare, quella delle Autorità del Qatar. Il gesto della nazionale tedesca, schierata in formazione prima di Germania-Giappone con le mani a coprire la bocca sono un nuovo, clamoroso, atto di accusa. Contro chi viola i diritti, lo stato arabo, e anche contro chi impedisce di manifestare apertamente dissenso, l’organismo di governo del calcio internazionale guidato da Gianni Infantino.

Il silenzio dei calciatori dell’Iran durante l’inno nazionale è stato un segnale forte, coraggioso e rischioso, verso il regime che reprime le proteste in patria. La scelta della nazionale inglese di inginocchiarsi in segno di rispetto ha avuto il peso di un atto di testimonianza e di solidarietà. Il passo fatto oggi da capitan Neuer e i compagni è un salto di qualità. Non solo una generica presa di posizione ma una contestazione pubblica, in mondovisione, della gestione cerchiobottista della Fifa.

E’ la risposta più forte possibile, date le circostanze, al no mai digerito alla fascia da capitano pro lgbt, all’arcobaleno e alla scritta ‘One love’. La mano sulla bocca serve a dire a tutti che è stato impedito di parlare, di diffondere il proprio pensiero. E che è stato fatto nel peggiore dei modi, contrapponendo il regolamento sportivo, con la minaccia dell’ammonizione, una sanzione disciplinare, a un innocuo gesto simbolico.

Il risultato finale, per la Fifa, è fallimentare. La protesta a sostegno del rispetto dei diritti civili sta avendo molto più risalto. Le immagini di questi giorni, e in particolare la foto della nazionale tedesca che resterà storica, stanno facendo il giro del mondo. Questi possono diventare i mondiali dei diritti civili, nonostante la miope gestione voluta da Infantino. E i calciatori si stanno dimostrando molto migliori di chi dovrebbe guidarli. (di Fabio Insenga)

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