Decreto Aiuti in Senato, M5S non voterà fiducia: D’Incà prova a mediare

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Decreto Aiuti in Senato, M5S non voterà fiducia: D’Incà prova a mediare

(Adnkronos) – E’ iniziata al Senato la discussione generale sul decreto Aiuti. Il Movimento Cinque Stelle uscirà dall’Aula e non voterà sulla questione di fiducia posta dal governo, come annunciato ieri dal leader Giuseppe Conte.

A quanto apprende l’Adnkronos, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, sta tentando in extremis di scongiurare la crisi di governo, che pare ormai a un passo, evitando la fiducia sul dl Aiuti oggi al Senato. C’è stata già un interlocuzione con i diversi gruppi parlamentari. A breve il ministro che è anche un esponente M5S, sonderà Palazzo Chigi per capire se ci sono i margini per arrivare a una soluzione di questo tipo.

D’Incà, in costante contatto con Palazzo Chigi, ha informato il premier Mario Draghi di tutti i passaggi che il ministro sta portando avanti per tentare di evitare di porre la questione di fiducia sul dl aiuti.

Letta

“Non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se gli altri partiti della maggioranza non ci staranno, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. E noi saremo pronti ad andare davanti agli italiani con il nostro progetto”. Così il segretario del Pd Enrico Letta, in un incontro con la stampa a Milano, dopo lo ‘strappo’ del M5S.

“Quello che è accaduto è un passaggio di discontinuità molto forte, di cui bisogna prendere atto e di cui non si può far finta di niente. Quello che deve avvenire in Parlamento è un chiarimento in cui ognuno dice chiaramente che cosa vuole fare, ovviamente sulla base delle intenzioni del presidente del Consiglio”, ha sottolineato.

Per Letta “la via naturale” passa dal Parlamento dove ci deve essere un “passaggio chiave”, un “chiarimento” e dove “Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e sulla base di questo poi deciderà se la legislatura continua oppure no. Noi, per essere chiari, seguiremo come abbiamo sempre fatto, lo spirito collaborativo delle istituzioni”.

Conte

“Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi domani (oggi ndr) non parteciperemo al voto”, ha affermato Conte illustrando la posizione del Movimento in vista del voto, “con le stesse lineari e coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, e chiedendo “un cambio di passo del governo”. “Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco”, ha aggiunto.

“Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete”, ha detto ancora Conte annunciando l’Aventino parlamentare sul dl aiuti.

Conte ha poi sottolineato come il documento consegnato al premier Draghi mercoledì scorso “non l’ho inteso e non l’abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo”.

Salvini

“Draghi ha detto che non ci sarà altro governo, e che non governa senza i Cinque Stelle” quindi “se i Cinque stelle faranno una scelta parola agli italiani”, ha affermato Matteo Salvini. “Condivido Renzi che ha detto che piuttosto che questa tiritera torniamo dal popolo”, ha aggiunto sottolineando: “Se una forza non vota il decreto della maggioranza fine, si va a votare”.

Berlusconi

Poi la telefonata tra Salvini e Berlusconi per commentare la situazione politica e ribadire “piena sintonia”. I due leader si risentiranno oggi: a maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni, si apprende da fonti della Lega.

La Lega non ha cercato né voluto alcuna crisi e assiste con viva preoccupazione a quanto sta accadendo nel campo della sinistra, sottolineano. Dal canto suo Il Cavaliere aveva detto in un’intervista a ‘La Stampa’: “Non sta a me naturalmente valutare le parole del presidente Draghi. Sono scelte che spettano solo a lui. Per quanto ci riguarda posso dire che i numeri consentono di continuare a governare in ogni caso. E che ovviamente questa è l’ultima volta che parteciperemo a un governo coni Cinquestelle”.

Meloni

“Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!”, ha dichiarato dal canto suo Giorgia Meloni, leader di Fdi.

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