Aleksandar Tolnauer: «Legge costituzionale. Si può fare di più»

Il presidente del Consiglio nazionale delle minoranze annuncia una conferenza internazionale

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Aleksandar Tolnauer: «Legge costituzionale. Si può fare di più»
Aleksandar Tolnauer. Foto Željko Jerneić

“I primi venti anni della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali”, questo il titolo della conferenza internazionale alla quale sta lavorando il Consiglio nazionale delle minoranze nell’ambito della celebrazione dell’anniversario. Lo annuncia in un’intervista all’agenzia Stina il presidente dell’organo governativo, Aleksandar Tolnauer, sottolineando trattarsi di un atto normativo fondamentale per l’attuazione delle politiche rivolte alle etnie residenti sul territorio della Repubblica di Croazia. L’importante appuntamento è già calendarizzato, si svolgerà a inizio dicembre a Zagabria e avrà carattere scientifico. Nel ruolo di organizzatori, accanto al Consiglio presieduto da Tolnauer, troviamo infatti quattro Facoltà di Giurisprudenza (Zagabria, Fiume, Spalato e Osijek). Inoltre, a contribuire alla realizzazione della conferenza ci sono anche l’Ufficio della vicepremier (Anja Šimpraga, SDSS ndr.) e l’Ufficio governativo per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali.
“Nonostante sia stata concepita come un incontro scientifico, la conferenza si propone di riunire tutti i soggetti rilevanti per l’impostazione e l’attuazione della politica minoritaria – Parlamento, Governo, Corte costituzionale, Coordinamento dei Consigli… – e i rappresentanti delle istituzioni impegnate nella tutela dei diritti delle etnie”, spiega Tolnauer. A detta del presidente del Consiglio nazionale delle minoranze, la conferenza internazionale sarà un’occasione per ribadire l’importanza della Legge costituzionale, per fare il punto della situazione riguardo alla sua applicazione e sui risultati conseguiti più in generale per quanto concerne le politiche minoritarie in Croazia, ma anche per discutere le difficoltà emerse in questi 20 anni, nonché sulle attività da intraprendere per favorire miglioramenti e l’adozione di un modello inclusivo e integrativo a tutto vantaggio della tutela dei diritti delle etnie. “La conferenza darà modo ai partecipanti – così ancora Tolnauer nell’intervista rilasciata alla Stina – di fare un’analisi comparativa, di mettere a confronto la situazione in Croazia con quella registrata in altre società democratiche multietniche. I riflettori saranno puntati – annuncia – sugli elementi della Legge costituzionale che rivestono maggiore importanza per il contesto croato, concretamente sulla necessità di assicurare i meccanismi sociali e politici atti ad ammortizzare la vulnerabilità delle comunità minoritarie e a rafforzare il loro ruolo nella società”.
In altre parole, durante la conferenza i relatori faranno il punto della situazione riguardo all’adeguamento agli standard richiesti dai documenti internazionali, in primis alla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa. Stando alle attese, pertanto, dalla conferenza dovrebbero scaturire informazioni utili per favorire l’individuazione delle soluzioni migliori per l’ulteriore sviluppo delle politiche minoritarie. “Stiamo parlando di un processo permanente”, chiarisce a riguardo Tolnauer, che ribadisce l’importanza della partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti in questo importante segmento della politica sociale nazionale.

Modifiche. Serve senso di responsabilità
Il tema delle modifiche della Legge costituzionale viene riproposto ciclicamente. A riguardo Tolnauer si dimostra prudente e fa presente che a riguardo le spinte arrivano da più parti, con motivazioni diverse. “C’è chi spinge per una riduzione o una limitazione dei diritti riconosciuti agli appartenenti alle minoranze, in particolare per quanto riguarda la rappresentanza parlamentare (l’elezione dei deputati nella XII circoscrizione, ndr), ma anche in materia di competenze dei Consigli e dei rappresentanti delle minoranze a livello locale e regionale e in altri settori. Altri invece vorrebbero massimizzare le buone prassi emerse in questi 20 anni e colmare le lacune emerse. In questo senso giungono proposte in merito all’opportunità di rafforzare il ruolo e le competenze dai Consigli e dei rappresentanti che operano a livello locale e regionale. Ai sensi della normativa in vigore questi organi hanno carattere consultivo e qualcuno ritiene che i tempi siano maturi per fare un passo avanti. Contestualmente si ritiene che laddove un’etnia è maggioritaria sul territorio di residenza sia superfluo eleggere i Consigli o il rappresentante… Certo è che se il discorso sulle modifiche della Legge costituzionale sarà avviato bisognerà affrontare l’argomento in modo responsabile – sottolinea Tolnauer –. Non dobbiamo perdere di vista il fatto che questa Legge non regola soltanto i diritti delle etnie, ma anche i rapporti minoranza-maggioranza, che devono essere equilibrati e a vantaggio di tutti onde favorire lo sviluppo della società nella quale si vive insieme”.

Censimento. Tanti i timori
L’Ufficio nazionale di statistica (DZS) non ha ancora diffuso i risultati del Censimento relativi all’appartenenza nazionale e alla lingua materna dei cittadini residenti in Croazia. A riguardo non mancano i timori riguardo a un ipotizzabile calo del numero di appartenenti alle etnie e alle possibili ricadute in termini di diritti laddove questi dipendono appunto dai numeri, ovvero dalle percentuali. A riguardo Aleksandar Tolnauer non si nasconde dietro a un dito. “È praticamente certo che i risultati del Censimento incideranno su alcuni diritti di alcune comunità in alcuni territori. Sappiamo che il numero complessivo degli abitanti è diminuito e di conseguenza possiamo aspettarci un calo anche per quanto riguarda gli appartenenti alle minoranze. Forse – aggiunge – la flessione sarà anche più significativa rispetto a quella generale”. Evidenzia però che “non tutti i diritti dipendono dai numeri”. “L’autonomia culturale, i programmi e le decisioni che riguardano questo settore – chiarisce – non sono legati al numero di appartenenti a un’etnia; le loro sorti dipendono esclusivamente dalla loro qualità. Altro discorso vale in tema di rappresentanza negli organi e nelle istituzioni politiche. Questo impone di considerare modelli nuovi e il superamento del criterio numerico. Come Consiglio lo stiamo facendo. Siamo impegnati a promuovere il modello delle pari opportunità che riteniamo fondamentale e che rispecchia lo spirito della Legge costituzionale. Riteniamo che la sua applicazione vada favorita e insisteremo affinché ciò avvenga”.

«Le pari opportunità non sono privilegi»
“La pluralità etnica contraddistingue numerosi Paesi ed è pertanto importante individuare i modelli migliori per consentire un buon funzionamento dei meccanismi di tutela. Come Consiglio – assicura Aleksandar Tolnauer – cerchiamo di fare proposte nell’interesse di tutti e oggi possiamo contare su una buona collaborazione e sulla comprensione nelle file dell’Esecutivo nazionale. I Programmi operativi si attuano e favoriscono l’integrazione. Certo, è la maggioranza che definisce i meccanismi di gestione, da parte nostra però dobbiamo incentivare la partecipazione degli appartenenti alle minoranze nei processi decisionali. Il punto è che le decisioni che riguardano le etnie o che su queste possono incidere sono decisioni che ricadono su tutta la società, di conseguenza la partecipazione non rafforza soltanto la minoranza, ma tutto il sistema democratico. Purtroppo – aggiunge – nella società le tendenze negative non mancano, notiamo il riaffiorare di spettri che pensavamo essere relegati nel passato e quindi è fondamentale far passare il principio per cui i diritti riconosciuti agli appartenenti alle minoranze non sono un qualcosa in più, un privilegio, bensì uno strumento necessario per garantire pari opportunità. In questo senso è importante trovare nuovi sbocchi e – conclude Tolnauer – osservare le cose da vari punti di vista”.

Dalla teoria alla pratica
“La Legge costituzionale sui diritti delle minoranze approvata dal Sabor nel 2002 che recepisce i più alti standard europei in materia – ricorda Tolnauer – non è il primo atto normativo croato varato per regolamentare a livello legislativo i diritti riconosciuti alle minoranze nazionali. Subito dopo la proclamazione dell’indipendenza del Paese fu approvata la Legge costituzionale sui diritti umani e le libertà fondamentali e sui diritti delle comunità etniche e nazionali, la cui applicazione fu però frenata dal contesto bellico. Seguì un lavoro impegnativo che portò appunto all’approvazione della Legge costituzionale che da 20 anni definisce le politiche minoritarie assicurando alle comunità soggettività politica. Oggi – afferma –, forti dell’esperienza accumulata in vent’anni, possiamo fare una valutazione oggettiva dello stato dell’arte. A mio avviso i risultati non mancano, abbiamo definito le condizioni e abbiamo impostato i meccanismi che ci consentono di riconoscere e affrontare i problemi che affliggono le comunità minoritarie. Inoltre, la Legge costituzionale ha consentito e istituzionalizzato la partecipazione delle minoranze nella vita politica e sociale. Oggi è impossibile escludere le etnie dai processi decisionali”. Per quanto riguarda le critiche inerenti alle incongruenze tra norme prescritte e norme applicate Tolnauer invita a contestualizzare. “La Legge costituzionale segue le sorti di molte altre leggi. Spesso e volentieri si registra un gap tra teoria e pratica. È un problema generale. Penso i passi avanti non manchino e le critiche che in tal senso vengono fatte da più parti, dal Consiglio che presiedo, dai deputati eletti in rappresentanza delle etnie e da altre associazioni ed enti, contribuiscono a migliorare le cose. Ovviamente, ci sono cose che provocano malcontento, in alcuni casi si potrebbe fare di più in tempi più brevi… quindi, il nostro lavoro prosegue e lo svolgeremo contando sulla collaborazione di tutte le istituzioni competenti, a partire dal governo”.

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