L’Ambrogino d’oro 2022 assegnato a Piero Tarticchio

Il conferimento del riconoscimento avrà luogo a Milano il 7 dicembre

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L’Ambrogino d’oro 2022 assegnato a Piero Tarticchio
Piero Tarticchio in un’immagine d’archivio. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“La Commissione per la concessione delle civiche benemerenze del Comune di Milano – scrive Lorenzo Salimbeni su www.anvgd.it – ha indicato i 40 nomi che saranno insigniti dei riconoscimenti mercoledì 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono del capoluogo lombardo. In particolare, saranno consegnate una Grande medaglia d’oro alla memoria, 4 Medaglie d’oro alla memoria, 15 Medaglie d’oro e 20 attestati di civica benemerenza”
“In quest’ultima categoria – rileva Salimbeni – l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è lieta di trovare finalmente il nome di Piero Tarticchio, esule istriano illustre e parente di infoibati, con la motivazione ‘per aver dato con il Monumento dedicato alle foibe e all’esodo lustro a Milano’. Oltre che testimone delle tragedie del confine orientale italiano in molteplici iniziative pubbliche collegate al Giorno del ricordo e non solo, Tarticchio ha, infatti, messo a disposizione le sue doti grafiche collaborando con l’amministrazione comunale milanese per realizzare il Monumento ai martiri delle foibe e agli esuli giuliano-dalmati che venne inaugurato dal sindaco Giuseppe Sala due anni fa. Si tratta di un prestigioso riconoscimento che Tarticchio ‘condivide con la sua gente, con tutti coloro che hanno aspettato anni per essere riconosciuti nella storia italiana’ – ha dichiarato con giustificato orgoglio la figlia Barbara –. Sono purtroppo in molti che non ci sono più a vivere questo riconoscimento, ma voglio immaginare che ci vedono e ci sorridono, tra loro penso a suo padre, mio nonno Lodovico”.
“Sono davvero felice e onorato di aver ricevuto questo riconoscimento che già avrei dovuto ricevere l’anno scorso – conferma Piero Tarticchio – non tanto per me quanto per la mia gente, per gli altri esuli che, come ricordava Montanelli, sono italiani due volte: la prima per nascita, la seconda per scelta. La scelta dell’esodo, necessaria per fuggire al terrore che Tito diffondeva nelle nostre terre e di cui ho cercato di parlare nei miei libri e nelle testimonianze che ho portato nelle scuole e nelle cerimonie del Giorno del ricordo in tutta la Lombardia e non solo”.
Problemi di salute – spiega Salimbeni – hanno recentemente rallentato la costante opera divulgativa di Tarticchio, il quale tuttavia già guarda alla primavera dell’anno prossimo per un nuovo ciclo di conferenze. “Negli ultimi mesi ho interagito con alcune classi in streaming tramite Internet – specifica Tarticchio –, ma non è la stessa cosa. Voglio tornare a incontrare dal vivo i ragazzi per poterci confrontare in maniera empatica, voglio sentire le loro emozioni per aiutarli a comprendere le gravi vicende di cui sono stato testimone. Tra le tante congratulazioni che ho ricevuto in queste ore – aggiunge l’esule da Gallesano, classe 1936 –, mi hanno fatto particolarmente piacere quelle di mia nipote. Significa che dopo di me non resteranno solo macerie, in quanto i nostri figli e nipoti porteranno avanti la nostra storia. Non è stato semplice per chi ha vissuto quella catastrofe parlarne immediatamente: è confortante vedere che i nostri nipoti vogliono conoscere e farsi a loro volta portavoce della nostra comunità”.
“Tarticchio è un grande testimone della nostra storia – ha commentato Renzo Codarin, presidente nazionale dell’ANVGD – e con i suoi libri ha descritto e fatto conoscere in maniera esemplare le tragedie che il popolo dell’esodo ha subito. Sarà nostra premura organizzare con i nostri Comitati ancora ulteriori presentazioni della sua ultima meravigliosa opera, ‘Sono scesi i lupi dai monti’, che riassume una vita spesa avendo sempre a cuore la nostra causa”.
Con questa sua opera di carattere autobiografico edita da Mursia, Piero Tarticchio è stato recentemente finalista alla 55.esima edizione del Premio Acqui Storia nella sezione Romanzo storico. Piero Tarticchio, pittore, scrittore, giornalista esule, vive a Segrate, in provincia di Milano. Presidente del Centro di cultura giuliano-dalmata, ha diretto a lungo il periodico “L’Arena di Pola”, per 42 anni ha operato come creativo nel campo della comunicazione visiva nelle principali agenzie di pubblicità. Pittore e grafico, dal 1959 ha presentato in tutta Europa le sue opere. Ha esposto in gallerie, musei, enti pubblici, istituti di cultura italiani e internazionali. Le sue opere figurano in musei, circoli culturali, biblioteche, collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Con Mursia ha pubblicato anche altri libri, tra i quali “La capra vicina al cielo” (2015) e “Maria Peschle e il suo giardino di vetro” (2019).

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