Un DVD per celebrare le imprese della Pullino

Il video ripercorre la tribolata storia del circolo fondato a Isola d’Istria nel 1925 e che oggi ha sede a Muggia. L’iniziativa è dedicata a Emilio Felluga, che ne fu presidente e sostenitore

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Un DVD per celebrare le imprese della Pullino

Un DVD atteso sette anni: tanti sono quelli che sono passati dalle celebrazioni del 90º anniversario della fondazione della Società Nautica Pullino. Infatti, il sodalizio nasceva a Isola d’Istria il 10 settembre 1925. Presentato presso il Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana Dalmata a Trieste, il video è stato dedicato al ricordo di Emilio Felluga, che ne fu presidente, accanito sostenitore e colui che riuscì a consolidarne le sorti trovando le risorse necessarie per costruire la sede a Muggia. La realizzazione di questo progetto ha una storia travagliata: l’idea nacque proprio da Felluga, consapevole che per raccontare ai giovani di oggi bisogna utilizzare le immagini più che la carta stampata. Con Fabio Vascotto raccolsero il materiale per la parte storica, quella dedicata alla nascita della Pullino a Isola, Franco Degrassi si occupò di trovare le risorse per realizzarlo ed Emanuele Braico, allora presidente delle Comunità Istriane, accolse con entusiasmo l’iniziativa e collaborò nel reperimento delle risorse. Purtroppo però Emilio Felluga scomparve prima che il video fosse concluso e fu Franco Stener, assieme a Franco Ramani, a concludere il DVD. “Produrlo in memoria di Felluga era cosa doverosa per la grande persona che era e non solo per quanto aveva fatto per la società nautica del paese che gli aveva dato le origini, ma anche per tutto ciò che realizzò per lo sport a Trieste, città che l’aveva accolto dopo l’esodo”, ha ricordato Degrassi.

Perché fu così importante la Pullino per Isola, lo hanno raccontato i relatori dell’incontro: Franco Stener, presidente del Panathlon Trieste, atleta e dirigente della società; Fabio Vascotto, attuale presidente della Pullino; David Di Paoli Paulovich, presidente delle Comunità Istriane e Franco Degrassi, presidente dell’IRCI e presidente onorario del sodalizio. Presenti anche importanti esponenti del canottaggio regionale.

Da sinistra Franco Stener, Fabio Vascotto, Franco Degrassi e David Di Paoli Paulovich.
Foto: ROSSANA POLETTI

L’oro ad Amsterdam 1928

“Isola d’Istria era l’unica cittadina della costa istriana senza una società nautica. Era il 1925 e dopo numerose riunioni paesane che avevano raccolto persone attente e motivate, si decise di fondarne una dedicata a Giacinto Pullino, ingegnere navale, che aveva dato il nome al sommergibile sul quale era stato pilota Nazario Sauro – ha raccontato Stener –. Inizialmente si aprirono le porte a nuoto e vela, ma il canottaggio arrivò in tre anni a valori ineguagliabili. Fu così che il 10 agosto 1928 il ‘quattro con’ vinse l’oro alle Olimpiadi di Amsterdam. Negli anni a venire seguirono molte altre vittorie, fino a Berlino 1936 in cui gli ori olimpionici di otto anni prima non raggiunsero la finale. I vogatori erano ormai diventati adulti, avevano acquisito una maggior personalità, probabilmente venne meno la grande coesione a livello mentale che aveva favorito le vittorie giovanili. Il timoniere e allenatore Renato Petronio, di origini piranesi, a quel punto lasciò Isola per affrontare nuove sfide”.

Con la guerra la situazione diventò difficile, fino al febbraio del ‘47 i confini erano ancora “morbidi” e gli equipaggi riuscivano a gareggiare a Barcola, poi i controlli dell’esercito jugoslavo diventarono più rigidi. Le zone A e B erano in bilico mentre il resto dell’Istria passava definitivamente sotto Tito. Sostenere la Pullino era un imperativo perché punto di riferimento per la gioventù. Si decise così il cambio del nome nel 1951 dedicando la società all’olimpionico Giovanni Delise, morto nel frattempo, per evitare speculazioni da parte della Jugoslavia con la conseguente chiusura. Con l’esodo e l’abbandono quasi totale di Isola, la società chiuse i battenti.

La rifondazione

Lo zoccolo duro della dirigenza era a Trieste e si deve a Marino Stolfa il duro lavoro di ricerca dei giovani nei campi profughi di Campo Marzio per portarli ad allenarsi nelle società della sacchetta, in una situazione di grande precarietà. Bisognava attendere la vittoria di Nino Benvenuti alle Olimpiadi di Roma 1960 perché un moto d’orgoglio inducesse la rifondazione della Pullino. Emilio Felluga era il più giovane dei sodali di quel 3 novembre 1960 avendo solo 23 anni. Nel 1967 la dirigenza si rese conto che non poteva continuare a fare attività ospitata dalle società triestine. “L’ospite dopo un po’ puzza”, ha scherzato Degrassi. Felluga, che allora era segretario, assieme a Pangher, suo collega di banca, trovarono una sede a Muggia presso un magazzino di proprietà della parrocchia. Da qui la Pullino diventò sempre più nel territorio punto di riferimento per molte generazioni, ma non solo come circolo ricreativo, bensì luogo di educazione sportiva dei giovani, una vera e propria scuola capace di sfornare campioni di alto livello.

Da quegli anni Sessanta le sfide furono tante: salvare la sede, costruirne una nuova, trovare le risorse. Imprese nobili nelle quali Emilio Felluga fu sempre in prima linea assieme ai tanti compagni di viaggio che con lui condivisero gioie e dolori di un’impresa che, come ha affermato Paulovich, fu un traguardo della civiltà istriana, non solo di cultura e spirito, ma anche di sport – “Mens sana in corpore sano” – un motto che la rappresenta ancora oggi. Il resto è storia sportiva e umana di oggi.

Anche oggi ai vertici

Citati nel DVD anche i tanti personaggi che contraddistinsero la storia della società nautica istriana, dall’avvocato Lucio Felluga e Luigi Drioli ai presidenti che succedettero, tra questi Fabio Colocci, Franco Degrassi, ai dirigenti come Bruno Piccinin, Malvino Stolfa e Ennio Drioli, la cui attività fu essenziale per la sopravvivenza della Pullino, a Marco Dudine, che aveva sostituito Petronio nel ‘36, e Maurizio Ustolin, dispensatore di nuove energie e idee di sviluppo, fino agli atleti di ieri e dirigenti di oggi tra cui spicca Marco Finocchiaro.

Per concludere con l’affermazione sportiva negli anni ‘90 di una nutrita compagine femminile, capitanata da Barbara Pelos. “Abbiamo vissuto la pandemia seguendo una rigorosa regolamentazione degli allenamenti abbiamo cresciuto atleti che raggiungono ottimi risultati e che consentono alla nostra società di piazzarsi ancora oggi ai primi posti. E anche per questo grazie a Emilio Felluga”, ha infine aggiunto l’attuale presidente Fabio Vascotto.

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