Giuseppe Tartini, un piranese di caratura europea

L'esposizione inaugurata al Museo regionale di Capodistria ripercorre la biografia del violinista nei primi anni giovanili nella natia Istria, attraverso note riguardanti la sua famiglia, l'educazione e la formazione

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Giuseppe Tartini, un piranese di caratura europea

Capodistria omaggia il 330.esimo anniversario della nascita del virtuoso violinista piranese con la mostra “Giuseppe Tartini tra Pirano, Strugnano e Capodistria”, ospitata a Palazzo Belgramoni Tacco. Si tratta del frutto della collaborazione tra il Centro culturale “Carlo Combi”, l’Archivio regionale e i Musei di Capodistria e Pirano, rientrante nel progetto di più ampia portata “Tartini 330”. Presso lo spazio espositivo al pianoterra del Museo regionale di Capodistria sono stati collocati dei pannelli esplicativi trilingui, materiale audiovisivo, oggetti e cimeli d’epoca come la maschera mortuaria, uno scrittoio, la custodia del violino, dei manoscritti, la missiva scritta dal musicista all’allieva Maddalena Laura Lombardini e i costumi originari del film “Quel diavolo di un Tartini” girato per la Radiotelevisione slovena dal regista Tugo Štiglic. L’allestimento ripercorre la biografia del musicista nei primi anni giovanili nella natia Istria, attraverso note riguardanti la sua famiglia, le sue proprietà, il ruolo svolto dal padre Giovanni Antonio, l’educazione di Giuseppe negli istituti religiosi a Pirano e nel Collegio dei Nobili a Capodistria.

Zdravko Pleše, un estimatore tartiniano

“Si tratta di una mostra agile e didattica da portare in giro anche nelle scuole, per far conoscere la figura di uno dei massimi esponenti della musica tardo barocca”, ha spiegato Franco Juri, direttore del Museo del mare “Sergej Mašera” di Pirano. A precedere l’inaugurazione dell’esposizione è stata la musica uscita dal violino originale del Maestro delle Nazioni, un Amati del 18.esimo secolo, magistralmente eseguita da Zdravko Pleše. Il violinista sloveno, laureatosi a Vienna, ha coronato gli studi con un master e alcuni concerti che gli hanno conferito nel 2007 il titolo di “Magister artium” nel campo del violino. Si è calato nel ruolo di Tartini nella pellicola sopra menzionata ed è il cofondatore della rassegna “Le Giornate tartiniane di Pirano”, nonché della “Tartinijada”, evento che unisce generazioni di musicisti che si esibiscono in piazza Tartini a Pirano. Pleše, estimatore tartiniano, lo ha omaggiato dedicandogli il cd “Tartini ieri e oggi” che, accanto alle sonate più famose, contiene pure alcune rivisitazioni e arrangiamenti in chiave jazz.

La ricca cultura musicale locale

Dopo l’indirizzo di saluto della direttrice f.f. del Museo, Tina Novak Pucer, ha preso il via il concerto intitolato “Il magnifico Tartini” deliziando il numeroso pubblico in sala con tre sonate tartiniane. “La musica di Tartini offre numerose sfumature e vi si scorgono tutte le emozioni che contraddistinguono l’animo umano. Vi percepisco l’apertura di pensiero del Maestro e la ricca cultura istriana di allora”, ha rivelato Pleše aggiungendo che il suo lascito artistico è immane e studiandolo ha compreso la sua natura cosmopolita che, come gran parte degli artisti, traeva ispirazione da tutto quanto lo circondava. Il concerto è stato concluso con un bis, le cui note hanno accennato alla filastrocca popolare “Il gufo si è sposato”.

Un musicista cosmopolita

L’evento è proseguito con l’inaugurazione ufficiale della mostra, dove il direttore del Centro “Carlo Combi”, Kristjan Knez, ha illustrato nello specifico il contenuto della mostra curata assieme alla collega Roberta Vincoletto. “Quanto proposto è un modesto assaggio per seguire un percorso di vita eccezionale di questo piranese di caratura europea, che s’inserisce in quella intemperie culturale favorevole, che ha plasmato l’uomo nuovo. Egli fa parte dello stuolo di personalità che hanno portato nel vecchio continente alto il nome dell’Istria e in particolare di Capodistria, l’Atene istriana”. “Quando parliamo di Tartini – ha osservato infine Knez – evitiamo di parlare di storia locale, in quanto è stato un uomo europeo”. La curatrice del Museo del mare, Duška Žitko, si è detta soddisfatta della collaborazione tra le istituzioni, dove ciascuna attraverso una propria prospettiva, scava nella storia. Dopo Capodistria, la mostra passerà a Pirano e tra ottobre e novembre questa parte del retaggio istriano verrà trasferita nella capitale slovena. “Tartini viene relegato quale personaggio periferico e in quest’anno, essendogli stato riconosciuto un valore nazionale – ha ribadito Juri – vorremmo che la cultura italiana di questa regione venga riconosciuta e accettata su tutto il territorio sloveno. La mostra che sarà esposta nell’atrio del Ministero della Cultura, forse ricorderà qualche alto funzionario che su Tartini bisogna lavorare ancora molto”, ha concluso il direttore del Museo del mare.

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