Addio a Bruno Petrali​: fu un baluardo della fiumanità

Si è spento all'età di 98 anni a Fiume uno degli ultimi rappresentanti della vecchia generazione di cantanti

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Addio a Bruno Petrali​: fu un baluardo della fiumanità
Bruno Petrali. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Lutto nel mondo della CNI. Si è spento all’età di 98 anni Bruno Petrali. Ex speaker di Radio Fiume e telecronista di Radiotv Capodistria, ex attore e direttore del Dramma Italiano, da un paio d’anni si trovava nella Casa dell’anziano di Costabella (Fiume).

La sua carriera canora iniziò nel 1946, prima di quella di Ivo Robić, suo grande amico. ​Iniziò a destreggiarsi col canto attorno agli anni Cinquanta, esperienza che, grazie a una voce vellutata mantenutasi tale anche in età avanzata, lo aveva portato a esibirsi fino ai giorni nostri anche con il singolo “Bambina”, che aveva incontrato il favore del pubblico e degli ascoltatori della radio.

Musicista, attore e direttore del DI
Fiumano di padre milanese, rinomato uomo di spettacolo e cantante, all’anagrafe Dante, vantava una discografia italiana e croata presente anche su YouTube. Bruno Petrali fu il primo annunciatore professionista di Radio Fiume, nel marzo del 1946. Fu attore e dal 1969 anche direttore del Dramma Italiano (per ben tredici anni), celebre cantante e telecronista sportivo. Ricoprì la carica di direttore della nostra compagnia di prosa fino al 1982, anno del suo pensionamento. Al Dramma Italiano collaborò con registi quali Osvaldo Ramous e Nereo Scaglia. Si esibì per anni sulle terrazze e negli alberghi di Fiume e Abbazia. Immancabili nel suo repertorio furono le hit italiane presentate al Festival di Sanremo (proposte nelle nostre zone anche in lingua croata) come pure gli evergreen statunitensi. La canzone italiana costituiva il suo repertorio principale.

Tradusse alcuni classici
Qualche anno fa riscontrò un grande successo traducendo ed eseguendo in duetto con Sara Blažić il classico della musica leggera croata “Samo jednom se ljubi” (Si ama una sola volta), di Ivo Robić. L’idea della trascrizione in lingua italiana era partita dal complesso fiumano “Sarah&The Romans”, che vide in Petrali un mito e un’importante fonte d’ispirazione. Fu proprio lui che trascrisse in italiano il famoso brano cantato da Ivo Robić nel 1956.
Il poliedrico connazionale cominciò dunque ad approcciarsi al canto negli anni Cinquanta, esperienza che, grazie a una voce calda e piacevole, lo portò a realizzare 18 canzoni uscite come singoli sul mercato nazionale e ad esibirsi fino ai giorni nostri, rimettendosi in gioco con il singolo “Bambina” di Neno Belan (l’evergreen del gruppo Đavoli del 1987), anche questo realizzato assieme ai “Sarah&The Romans”.
Il videoclip di “Bambina” è composto dal testo della canzone in italiano, mentre sullo sfondo vengono proiettate vecchie fotografie, panoramiche di Fiume e del Quarnero, come pure scatti che riprendono Bruno Petrali sul palco negli anni Cinquanta e Sessanta, al contrabbasso e al microfono. Nel brano sono state coinvolte tre generazioni di musicisti: Bruno all’epoca di 96 anni, gli strumentisti che avevano tutti superato la cinquantina e le giovani vocalist 20+. Sempre con i “Sarah&The Romans” propose in duetto con Milica Jelić la versione italiana di “Sve moje jeseni su tužne” di Žarko Petrović, ovvero “Gli autunni miei son tutti tristi”.
“Nella traduzione – spiegò Petrali nel 2020 per il nostro quotidiano – mi sono preso la libertà poetica di non tradurre alla lettera il testo croato, quindi quando si alternano le strofe italiana e croata, forse l’ultima parte risulta leggermente mancante, ma penso comunque che la mescolanza delle due lingue risulti piacevole, soprattutto per noi fiumani, che le parliamo entrambe fluentemente”.

Passione per lo sport
Un capitolo molto importante nella sua vita fu lo sport. Nel 1947 commentò un tempo della prima partita tra Hajduk e l’allora Quarnero (prima che questo diventasse il Rijeka) – infatti, un tempo fu commentato in croato e il secondo in italiano.
Nel 2016, in occasione del 70.esimo anniversario di fondazione di Radio Fiume, venne pubblicato l’album “Radio Rijeka – 70 godina” (Radio Fiume – i 70 anni). Tra i 38 brani incisi sul CD c’è anche un brano di Bruno Petrali. Si tratta di “Aprite le finestre”, una canzone composta da Pinchi e Virgilio Panzuti, vincitrice del Festival di Sanremo del 1956.
Petrali scrisse una parte del passato culturale della città. Visse la travagliata storia del Novecento fiumano tanto che alcune sue testimonianze sono state riportate nel documentario “Fiume crno-crveno Rijeka” (Fiume nero-rosso Rijeka, 2020) dello sceneggiatore e regista Vanja Vinković. Composta di sei episodi, la pellicola presenta la storia fiumana e croata attraverso gli ordinamenti politici e i regimi che hanno contraddistinto il XX secolo e che hanno avuto un forte impatto anche sul capoluogo quarnerino.
Nel 2016 il Festival e Mercato Internazionale del Film di Brasov omaggiò Bruno Petrali con il Premio alla carriera. Nel 2019 fu vincitore del premio Targa d’Oro Città di Fiume.

In compagnia di amici
Lo scorso ottobre a fargli visita nella Casa dell’anziano di Costabella erano stati Francesco Squarcia, Nevia Rigutto, Aleksandar Valenčić e l’olimpionico Abdon Pamich. I tre musicisti nell’occasione si erano esibiti in concerto. Era stata quella una visita a sorpresa, molto emozionante e gradita da Petrali, che ebbe il piacere d’incontrare persone che non vedeva da tanto tempo, soprattutto Abdon Pamich, amico di una vita. Per motivi di salute Petrali non potè partecipare al concerto, ma nella sua stanza cantò, recitò, scherzò e ricordò la sua lunga carriera di artista poliedrico. Nonostante l’età avanzata memorizzava ancora i testi delle canzoni, le battute dei vari spettacoli teatrali e degli sketch di cui si rese protagonista. “Mi trovate impreparato, se lo avessi saputo avrei allenato la mia voce”, disse agli amici al vederli apparire nella sua stanza. La notizia della scomparsa del connazionale è stata diffusa dal nostro e ripresa da numerosi altri portali nel corso della giornata di ieri. La voce melodiosa di Bruno Petrali da ora allieterà l’azzurro del cielo. Con la sua scomparsa se ne va un altro pezzo di fiumanità.

Francesco Squarcia, Nevia Rigutto, Aleksandar Valenčić e Abdon Pamich durante la visita a Bruno Petrali lo scorso ottobre.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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