L’italiano nelle scuole. Puntare sulla qualità

Ieri a Capodistria serie di interventi al convegno, relativo all’insegnamento e all’uso della lingua, promosso dalla CAN costiera e dall’Unità locale dell’Istituto dell’educazione

0
L’italiano nelle scuole. Puntare sulla qualità

L’uso della lingua italiana nella vita pubblica nel territorio nazionalmente misto scricchiola da tempo, nonostante sia ufficialmente paritetica alla lingua slovena. Negli ultimi decenni le istituzioni della CNI hanno cercato di far fronte in modo prioritario al deterioramento linguistico con diversi approcci e promuovendo varie iniziative. Tra queste si inserisce il convegno dedicato agli insegnanti di lingua italiana delle elementari e medie superiori del territorio, tenutosi ieri alla scuola dell’obbligo di Capodistria e promosso dalla CAN costiera e dall’Unità capodistriana dell’Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia. Un incontro fortemente voluto dai promotori soprattutto per inquadrare l’attuale situazione in merito all’insegnamento e all’apprendimento dell’italiano come lingua dell’ambiente, per incentivare pratiche di insegnamento efficaci e favorire la collaborazione tra i docenti di lingua italiana, ma anche per mettere sul tavolo proposte volte all’innalzamento della conoscenza dell’italiano e indicare la strada da intraprendere per raggiungere tale obiettivo. Una strada che va solcata in modo corale con azioni sinergiche, ha sottolineato Alica Prinčič Röhler dell’Istituto dell’Educazione, avendo un appoggio quanto più ampio delle istituzioni, i cui risultati porteranno beneficio a tutti gli abitanti del territorio. Il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani, nei saluti introduttivi ha evidenziato l’importanza dell’istituzione che presiede, in quanto rappresenta l’anello di congiunzione tra le scuole e le altre organizzazioni minoritarie con il Ministero dell’Istruzione, al quale porta le istanze della CNI.

Numerose le autorità presenti al convegno, a dimostrazione di una particolare sensibilità rispetto a una questione che riguarda profondamente la CNI e i diritti di cui dovrebbe godere. “Un nuovo inizio”, così lo ha definito il direttore dell’Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, Vinko Logaj, ricordando che un simile incontro si era svolto già sei anni prima e rimarcando che l’innalzamento del livello di conoscenza dell’italiano è un fattore cruciale che deve essere indirizzato in ambito scolastico. Il deputato CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža, nel suo intervento ha rilevato l’impegno profuso nel mandato che sta volgendo a termine in merito all’elevamento del livello di insegnamento dell’italiano come lingua L2. “I nostri connazionali ci tengono che la lingua italiana continui a essere vitale e a essere parlata nel territorio anche a un certo livello. È un problema di difficile soluzione, ma è necessario introdurre dei cambiamenti nelle scuole, perché è lì che inizia tutto. Se saremo motivati a raggiungere questo obiettivo, ne beneficeranno le prossime generazioni. Una volta usciti dalle scuole, i ragazzi che conosceranno bene anche l’italiano saranno sicuramente avvantaggiati pure nel mondo del lavoro, perché potranno venire impiegati nel settore pubblico”, ha affermato Žiža, precisando che lo Stato sloveno annualmente destina 4 milioni di euro per l’aggiunta sul bilinguismo a vari profili in Istria e nell’area dove vive la Comunità nazionale ungherese.
A riconoscere l’impegno di Žiža anche il segretario di Stato del Ministero per l’Istruzione, Damir Orehovec, sebbene con il deputato italiano non siano sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. “Le minoranze che sono piccole non possono contare sul proprio numero, ma sulla qualità, come dimostra questo convegno. Il compito delle scuole non è soltanto insegnare, ma molto di più. È dove i ragazzi si formano, allacciano rapporti, imparano cos’è la tolleranza in un ambiente sempre più multiculturale”, ha osservato Orehovec, dichiarando che le scuole sono ancora sempre uno dei pilastri di una Comunità nazionale e che il dicastero che rappresenta pone grande attenzione a quelli che sono i diritti nell’ambito che ricopre.
”Un’ottima occasione per dimostrare che bisogna avere sempre cura della lingua italiana”, così il Console Generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, secondo il quale “servono non soltanto strategie di insegnamento che tengano conto della realtà locale, svolgendo il preciso ruolo di soddisfare le necessità linguistiche, culturali e identitarie degli appartenenti alla CNI, ma anche potenziare l’insegnamento dell’italiano nelle scuole della maggioranza se si vuole far crescere le idee del dialogo interculturale e della conoscenza reciproca”. In tutto ciò, il ruolo più importante lo ricoprono i docenti stessi, ha evidenziato la preside della scuola ospitante, Ingrid Poropat, rimarcando che i professori cercano sempre di abbracciare pratiche nuove e innovative, proponendo diverse forme e metodi di lavoro e collaborando anche con professori delle scuole italiane, come pure con l’Istituto per l’Educazione.
Dopo i saluti introduttivi, il convegno è entrato nel vivo con l’intervento di Nataša Kabaj Bavdaž e Sergio Crasnich dell’Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, unità di Capodistria, che hanno presentato una disamina storica dell’insegnamento della lingua italiana come L1 e L2 nel territorio nazionalmente misto. Al che hanno preso la parola i professori che hanno illustrato alcuni esempi di buone pratiche adottate, in quanto sono loro stessi coloro che conoscono meglio di tutti le specificità e gli aspetti critici dell’insegnamento. Si dovrebbe assolutamente partire dalla loro esperienza per elevare la conoscenza delle lingua italiana, è sicura la direttrice del Dipartimento di Italianistica dell’Università di studi umanistici di Capodistria, Nives Zudič Antonič, che ha proposto di lanciare un progetto, supportato dalle istituzioni, che coinvolga le scuole del territorio. A suo dire, nell’ambito dell’iniziativa si potrebbe formare una commissione di esperti con il compito di studiare come vengono utilizzate le possibilità e gli strumenti scolastici ed extrascolastici per l’apprendimento della lingua seconda e di elaborare eventuali proposte di miglioramento, stilare delle linee guida, ma non senza prima condurre delle indagini scientifiche nel settore dell’insegnamento e apprendimento per avere dei dati più obiettivi sui quali impostare le proposte di eventuali cambiamenti.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display