Fisco, doveroso l’uso della lingua italiana

Il neo direttore generale dell’Amministrazione finanziaria, Ivan Simič ha dato seguito alle istanze avanzate dalla CNI nell’operato con le parti

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Fisco, doveroso l’uso della lingua italiana

Sviluppi positivi nella vertenza legata al rispetto del bilinguismo nei procedimenti amministrativi. Dopo le lunghe consultazioni negli ultimi anni del deputato al seggio specifico della CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža e dei vertici della CAN costiera con i dicasteri competenti dei governi sloveni, nei giorni scorsi l’Amministrazione finanziaria ha emesso un comunicato con il quale fa il punto sull’uso delle lingue paritetiche, italiana e ungherese, nei territori nazionalmente misti. Come rilevato in un comunicato stampa emesso dalla Comunità autogestita costiera della nazionalità, si risolve e si spera in modo definitivo la vertenza sull’obbligo degli impiegati pubblici negli uffici delle imposte di usare la lingua italiana nei territori dove vive la Comunità Nazionale Italiana, a prescindere se ciò viene richiesto nei procedimenti da un appartenente alla CNI oppure da un qualsiasi cittadino europeo, come chiesto pure dall’Unione Italiana. Le istruzioni relative sono state già fatte pervenire all’Amministrazione finanziaria di Capodistria. La decisione presa dal neo direttore generale, Ivan Simič, poggia in particolare sull’articolo 62 della Legge sul procedimento amministrativo generale, dove il comma 2 stabilisce che, nei territori dei Comuni dove le lingue ufficiali sono anche l’italiano e l’ungherese, il procedimento amministrativo si svolge in lingua slovena e nella lingua della Comunità nazionale, se la parte presenta domanda, in base alla quale si avvia il procedimento, in questa lingua oppure, se la parte lo richiede, in qualsiasi momento durante il procedimento. Dal testo di questa disposizione risulta che essa non si riferisce soltanto agli appartenenti alla Comunità nazionale, ma a qualsiasi persona che eserciti il diritto all’uso delle lingue minoritarie nel territorio bilingue, come si evince del resto anche dalle sentenze della Corte di giustizia europea, risalenti ancora al 1998. Informati degli sviluppi della lunga vertenza, il parlamentare Felice Žiža e il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani, hanno espresso piena soddisfazione. Finalmente vengono accolte le istanze più volte presentate per un’interpretazione delle norme giuridiche, ma mai completamente applicate. I rappresentanti della CNI in Slovenia hanno sempre sostenuto con coerenza e decisione che l’italiano, in quanto lingua ufficiale nel territorio istriano, debba essere usato nelle comunicazioni con chiunque ne faccia richiesta, senza verificare la sua cittadinanza, nazionalità, residenza o ancor peggio iscrizione all’elenco elettorale particolare della CNI, hanno rilevato. Importante anche poter constatare che l’Amministrazione finanziaria dispone ora della modulistica necessaria per il suo lavoro in forma completamente bilingue e che anche i servizi online tengono conto del bilinguismo. L’auspicio è ora che le nuove indicazioni siano rispettate a livello locale, negli uffici dove avvengono, appunto, i contatti tra i funzionari e i cittadini.

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