«Visita privata» di Aleksandar Vučić a Jasenovac vietata da Zagabria

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«Visita privata» di Aleksandar Vučić a Jasenovac vietata da Zagabria
Il Presidente serbo Aleksandar Vučić. Foto: M.K./ATAImages/PIXSELL

Alta tensione tra Croazia e Serbia. A scatenare l’ira di Zagabria e Belgrado è stata la decisione del Presidente serbo Aleksandar Vučić di compiere una visita privata a Jasenovac dove all’epoca dell’NDH (Stato Indipendente di Croazia durante la Seconda guerra mondiale) si trovava un campo di concentramento nel quale morirono numerosi serbi. Vučić ha invitato il presidente dell’SDSS (Partito Democratico Indipendente Serbo) Milorad Pupovac ad accompagnarlo e di informare il governo di Zagabria, qualora lo ritenesse necessario, del suo arrivo nella città croata. E Pupovac lo ha fatto lasciando esterrefatte le autorità croate per il modo in cui il Capo dello Stato serbo aveva pianificato la sua visita in Croazia generando il caos, come riportato dal quotidiano Jutarnji list. L’intenzione di Vučić era la seguente: varcare il confine con la Bosnia ed Erzegovina, ossia la sua entità serba, per arrivare a Jasenovac alle ore 11 e raggiungere Pakrac alle 14. Il ministro degli Affari esteri ed europei Gordan Grlić Radman ha convocato subito una conferenza stampa straordinaria.
“Abbiamo saputo dell’arrivo del Presidente serbo per vie ufficiose. Un modo di comunicare inusuale tra le massime autorità statali e una procedura diplomatica che riteniamo inammissibile. Abbiamo inviato venerdì una nota di protesta all’Ambasciatore serbo”: è quanto dichiarato dal capo della diplomazia croata all’incontro stampa di oggi. Secondo Zagabria pianificare una visita senza preavviso a Jasenovac è una violazione del protocollo in quanto “il Presidente di un Paese è una persona sotto protezione e l’arrivo di Aleksandar Vučić in Croazia richiede dei preparativi”, ha affermato Gordan Grlić Radman che non ha voluto né confermare né smentire se sia stato il deputato e Presidente dell’SDSS Milorad Pupovac ad informare in merito il governo. “È stato violato il protocollo – ha detto Grlić Radman -. Le visite di statisti e funzionari devono essere annunciate e pianificate per settimane e mesi.
Belgrado ha reagito alla nota cercando di consegnarne un’altra all’incaricata d’affari croata, che ieri mattina ha rifiutato di riceverla, ha detto il ministro Grlić Radman.
Alla domanda sul perché non fosse già stata annunciata già venerdì la visita di Vučić a Jasenovac, il ministro ha risposto che il governo non vi ha prestato particolare attenzione.
Il ministro ha spiegato altresì come la Croazia si sia impegnata molto per migliorare il dialogo con Belgrado, ma “la mano tesa da Zagabria non ha avyto una risposta sincera dall’altra parte”. Ha aggiunto inoltre come ci sono ancora delle questioni irrisolte relative alla Guerra patriottica. Tra queste la scomparsa di oltre 1.800 persone.
Non sono mancate, ovviamente, le reazioni da parte di Belgrado al mancato permesso delle autorità di Zagabria al Presidente serbo di compiere una visita privata a Jasenovac. Il primo ministro serbo Ana Brnabić lo ha definito “il più grande scandalo nella storia recente di Serbia e Croazia”. Per il Ministero degli Affari esteri serbo si tratta di una decisione “illegale, antieuropea e incivile”.
Il leader dell’SDSS Milorad Pupovac, da parte sua, ha dichiarato che non si doveva giungere a una simile situazione: “Non doveva succedere che il Presidente della Serbia non può venire a Jasenovac. Sono venuti a mancare i canali di comunicazione e questo è un problema serio”.

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